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Stress, ansia, disturbi visivi e posturali. Combattere la smart working fatigue è possibile con piccole strategie. Ecco quali
Lo smart working o lavoro agile ha preso sempre più piede nella fase emergenziale legata al Covid-19. Se ne parlava anche prima della pandemia, ma oggi è diventato sempre più regola e non eccezione. In questa nuova normalità, c’è anche da dire, però, che lavorare da casa porta con sé alcune problematiche. Gli effetti dello smart working sulla nostra salute implicano sia la sfera fisica che mentale.
È ormai noto che il lavoro d’ufficio, anche se non richiede continui sforzi fisici e non ci espone al caldo e la freddo, può essere pericoloso per la salute. Ore e ore passate seduti alla scrivania piegati davanti a uno schermo possono costare care. E le stesse problematiche sono amplificate per chi lavora da casa.
I disturbi più frequenti sul fisico sono:
Già dopo poche ore alla scrivania la nostra postura peggiora: incurviamo la schiena, sforziamo il collo, non ci appoggiamo o ci appoggiamo male allo schienale. Il risultato? Mal di schiena, mal di testa, mal di collo, cervicale infiammata. Anche una cattiva ventilazione e l’aria troppo viziata non giovano al confort dei lavoratori. Se l’aria non è pulita e l’ambiente ventilato avremo difficoltà a concentrarsi, maggiore stanchezza e un senso di malessere diffuso. Per questo, bisogna aprire bene le finestre e cambiare l’aria ogni ora.
Otto ore alla scrivania e, soprattutto, fissando il display dello smartphone e lo schermo del pc possono danneggiare la nostra vista, perché sovraffatichiamo gli occhi. I sintomi dello stress oculare sono: secchezza, bruciore, ma anche mal di testa, male al collo o mal di schiena.
Innanzitutto, è importante sedersi bene e mantenere la schiena dritta ed appoggiata allo schienale della sedia. Per contrastare gli effetti negativi della sedentarietà si può sfruttare la pausa pranzo per una passeggiata o breve corsetta. L’obiettivo è staccare la spina e far ossigenare mente e fisico durante la giornata lavorativa.
Cosa possiamo fare per proteggere la salute degli occhi in ufficio? Il Direttore della Clinica Oculistica Università dell’Insubria di Varese e Como Claudio Azzolini spiega ai nostri microfoni: «È bene utilizzare il più possibile la luce naturale. Poi – aggiunge – quando lavoriamo al pc e siamo attenti noi ammicchiamo molto poco, le palpebre si chiudono meno e l’occhio diventa più sensibile all’ambiente. Ricordarsi la regola del 20-20-20. Ogni 20 minuti scostarsi per 20 secondi e guardare una cosa a 20 piedi, che sono 5-6 metri».
Ma le conseguenze della sedentarietà e dello smart working possono coinvolgere anche la sfera mentale. La mancanza di separazione tra ambiente lavorativo e ambiente casalingo, la permanenza prolungata all’interno della stessa stanza e la diminuzione dei contatti personali con i colleghi, possono produrre effetti psicologici negativi come ansia, depressione, insonnia e stress.
Gli esperti parlano di smart working fatigue, una condizione a causa della quale i lavoratori iniziano a provare sintomi psicosomatici, stress, ansia e insoddisfazione. I sintomi psicosomatici sono: irritabilità improvvisa e sbalzi di umore, difficoltà di concentrazione, aggressività e tensioni muscolari.
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