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Come gestire lo stress da rientro al lavoro e ritrovare il piacere nella quotidianità. I suggerimenti della psicologa
Le vacanze volgono al termine e lo stress da rientro al lavoro è un problema di tutti. Tornare in ufficio e riprendere la routine è causa di ansia e preoccupazione. Abbiamo chiesto alla dottoressa Stefania Tempesta, psicologa dell’Odp Lazio quali sono i suoi suggerimenti per recuperare le energie mentali e fisiche.
«Le domande che dobbiamo porci – spiega la dottoressa – sono: Come ci sentiamo di fronte alla prospettiva di tornare alla vita ordinaria? Saremo vittime di pressioni sul lavoro? Ci immaginiamo di nuovo alle prese con pulizia e riordino della casa? Sembra già di sentire la sveglia del primo mattino che suona? Qualche sentimento di angoscia per l’inizio del nuovo anno scolastico ci rende nervosi e preoccupati?».
«Se a queste domande segue una risposta affermativa – prosegue la psicologa – siamo sicuramente in preda al panico da rientro! Niente paura, la nostra mente sta compiendo il proprio lavoro e ci mette in allerta: si attiva per richiamare la nostra attenzione sulle difficoltà che dobbiamo affrontare e sui problemi che richiedono il nostro impegno, producendo così una mole di pensieri, immagini o ricordi che ci trascinano in una realtà che appartiene ormai al passato, o al futuro ancora incerto».
Per gestire il nervosismo e gli sbalzi d’umore repentini la psicologa consiglia di svolgere un breve esercizio di consapevolezza. «Proviamo a concederci una sosta – spiega – portiamo semplicemente l’attenzione sul nostro respiro. Osserviamone le caratteristiche, lasciamo che l’aria entri, e poi esca, godiamo semplicemente della capacità di sentire la vita che prende forma nel nostro corpo». Poi, ci invita ad osservare la mente quando vaga. «Asteniamoci dal giudicare i nostri pensieri, semplicemente osserviamoli. Notiamo cosa sono: ricordi del tempo passato o preoccupazioni per ciò che deve ancora venire. Immaginiamo poi di vederli scorrere davanti a noi, come nubi che passano nel cielo» aggiunge. «Siamo riusciti a mantenere l’attenzione sul respiro, restando nel qui ed ora, senza che la mente ci sospingesse altrove? Probabilmente ci ha messo i bastoni tra le ruote rendendo difficile il piccolo compito. Ma abbiamo appreso alcuni processi innati di cui forse non eravamo consapevoli».
«La nostra mente funziona così – prosegue – ci mette in guardia anche dal pericolo di tornare a casa dopo aver trascorso qualche settimana al mare o in montagna! Ed eccoci al cospetto di ansia, senso di vuoto, malinconia. Inutile adottare strategie per evitare rimpianti e preoccupazioni tentando di distrarsi per scacciare i pensieri: torneranno. Attiviamo la consapevolezza: pre-occuparsi significa occuparsi in anticipo di qualcosa che dovrà avvenire, il che non solo non è utile, ma richiede anche un dispendio notevole di energie!» precisa l’esperta.
«Probabilmente durante le vacanze abbiamo sperimentato la soddisfazione dei nostri bisogni di autonomia, consentendoci di scegliere liberamente come vivere le nostre giornate, e di relazione, instaurando rapporti con le persone che abbiamo incontrato. Bene – sottolinea la dottoressa – al ritorno possiamo conservare un po’ di ciò che abbiamo apprezzato come gratificante per noi, inserendo nella vita di tutti i giorni riflessioni e spazi dedicati proprio a noi stessi.
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