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Perdere i capelli rappresenta da sempre un disagio. Per chi soffre di calvizie avanzata, il problema può costituire un vero e proprio malessere psicologico per cui spesso si decide di sottoporsi all’intervento di trapianto del capello. Ma quando è caso di sottoporsi all’intervento e quali sono attualmente le tecniche di trapianto più utilizzate? A queste […]
Perdere i capelli rappresenta da sempre un disagio. Per chi soffre di calvizie avanzata, il problema può costituire un vero e proprio malessere psicologico per cui spesso si decide di sottoporsi all’intervento di trapianto del capello. Ma quando è caso di sottoporsi all’intervento e quali sono attualmente le tecniche di trapianto più utilizzate? A queste domande risponde la dottoressa Regina Fortunato, specialista in chirurgia plastica ed estetica.
Quali sono i casi in cui è opportuno sottoporsi al trapianto del capello?
«Il trapianto di capelli è un intervento che viene eseguito su richiesta del paziente a causa di una riduzione reale della presenza di capelli nella zona del vertice o della corona a seconda dell’area, queste sono le zone più colpite nell’uomo. Nella donna, invece, si ha una riduzione generalizzata sulla superficie del cuoio capelluto. La necessità di sottoporsi all’intervento la esprime il paziente sulla base del grande disagio che ha non avendo i capelli, con una riduzione che può cominciare già a partire dai venti anni di età».
Nello specifico, quali sono le tecniche di trapianto?
«Il trapianto di capelli è nato molti anni fa inizialmente con la tecnica chiamata ‘strip’, in cui si faceva l’asportazione di una parte del cuoio capelluto, si sezionavano i singoli bulbi per poi reimpiantare nella zona ricevente. Attualmente si è assistito a una grande evoluzione delle tecniche poiché si è scoperto che è possibile prendere singolarmente ogni bulbo per poi reimpiantarlo. In particolare, attraverso la tecnica robotica, che è di assoluta avanguardia, il robot di precisione può prelevare dalla zona donatrice, che è quella posteriore, tutti i bulbi necessari secondo l’angolazione giusta e secondo la distribuzione corretta, evitando aree in cui si veda che è stato fatto un prelievo. I bulbi vengono poi reimpiantati nella zona del vertice tra un capello e l’altro salvaguardando tutti i capelli che la persona ancora ha».