Salute, benessere e prevenzione
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«Oggi, l’80% delle donne che si sono ammalate di tumore al seno sono vive a distanza di 10 anni». Daniela Terribile, chirurgo senologo del policlinico Gemelli di Roma, spiega come e quando fare prevenzione
«Ogni anno in Italia, ci sono circa 50 mila nuovi casi di tumore al seno. E mentre l’incidenza è in leggero aumento, la mortalità diminuisce di circa il 2%. Le donne che, ogni dodici mesi, perdono la vita per un cancro della mammella sono circa 11 mila, numero in calo grazie alla diagnosi sempre più precoce ed alle terapie sempre più efficaci». È Daniela Terribile, chirurgo senologo della fondazione policlinico Agostino Gemelli di Roma, a fotografare l’incidenza della patologia mammaria, sottolineando l’importanza della prevenzione.
Qual è l’età giusta per cominciare a controllare il proprio seno? «Esistono degli schemi già organizzati per la prevenzione – spiega il senologo -. Sono quelli messi a disposizione dalle Regioni alle donne dai 50 ai 70 anni (o dai 45 ai 75 a seconda delle disposizioni regionali), in cui viene offerta una mammografia ogni due anni ed eventuali approfondimenti».
«Questo è il sistema di prevenzione base – aggiunge Terribile -. Ci sono, poi, dei casi in cui i controlli possono cominciare anche prima, intorno ai 40 anni e non solo per le donne che hanno in famiglia madri o sorelle con tumore al seno. La familiarità, come impronta genetica, riguarda solo il 5-10% dei tumori che diagnostichiamo, per questo i controlli devono coinvolgere tutta la popolazione, a prescindere dalla storia clinica della propria famiglia, a partire dai 40 anni».
La prevenzione non va mai abbandonata, deve durare tutta la vita: «Non c’è mai fine alla possibilità che la malattia si presenti – dice lo specialista -. Può accadere anche ad una donna di 75 o di 80 anni».
Oltre agli esami strumentali è importante controllare l’aspetto e la consistenza della mammella e delle ascelle: «L’esame clinico del seno è fondamentale – commenta il chirurgo senologo – offre la possibilità di controllare eventuali alterazioni sospette che potrebbero evidenziare la necessità di una visita specialistica».
«Cogliere un tumore nella sua fase iniziale, così come è possibile fare attraverso le misure di prevenzione di cui disponiamo, permette di fare interventi sempre meno invasivi, che non turbano l’estetica, e di garantire qualità di cura e guarigione. Il 98% dei tumori diagnosticati in fase iniziali ha un tasso di sopravvivenza importante Oggi – conclude il senologo – l’80% delle donne che si sono ammalate di cancro al seno sono vive a distanza di 10 anni».