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Sono circa 15 milioni gli italiani che soffrono di ipertensione arteriosa. È quella esercitata dal sangue, pompato dal cuore, sulle arterie. Come spiega la SIIA (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa) la “massima” o “sistolica” corrisponde al momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie mentre la “minima” o “diastolica” equivale alla pressione che rimane […]
Sono circa 15 milioni gli italiani che soffrono di ipertensione arteriosa. È quella esercitata dal sangue, pompato dal cuore, sulle arterie. Come spiega la SIIA (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa) la “massima” o “sistolica” corrisponde al momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie mentre la “minima” o “diastolica” equivale alla pressione che rimane nelle arterie quando il cuore si ricarica di sangue per il battito successivo.
Per misurare la pressione si possono utilizzare:
Ci sono anche dispositivi che rilevano la pressione al polso o al dito della mano ma alcuni sono poco attendibili e non consigliati dalle più recenti linee guida internazionali sull’ipertensione arteriosa.
La pressione viene indicata con due valori (per es. 120/80): il primo segnala la pressione sistolica o massima, il secondo quella diastolica o minima. Gli esperti ritengono di poter parlare di ipertensione in presenza di valori di pressione pari o superiori a 140 mm Hg per la massima e/o pari o superiori a 90 mm Hg per la minima.
I valori ottimali della pressione arteriosa sono, quindi:
Sopra o sotto questi valori si parla di ipertensione o di ipotensione. Controllare la pressione è importante perché l’ipertensione è legata all’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Nel corso della misurazione della pressione e fino al completo sgonfiaggio del bracciale, è bene seguire queste semplici raccomandazioni:
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