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Se non vengono curate le dislipidemie possono provocare gravi conseguenze come infarto del miocardio e ictus. Uno studio ha dimostrato che i nutraceutici possono prevenire il rischio cardiovascolare
Un italiano su sei soffre di dislipidemie, ovvero alterazione della quantità di grassi nel sangue, ma non tutti lo sanno. Si stima infatti che dei 10 milioni di cittadini italiani interessati da questa patologia, circa il 40 percento, pari a 4,6 milioni di adulti, non ne sia consapevole. E quindi non si curi. Il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari gravi perciò è molto alto.
I principali fattori scatenanti sono familiarità e stile di vita non corretto. Un incremento di colesterolo e trigliceridi nel sangue quindi genera gravi conseguenze per l’apparato cardiovascolare. «La correlazione tra dislipidemie e patologie cerebro-cardiovascolari è stata scoperta diversi anni fa – ha spiegato in un recente convegno Claudio Cricelli, presidente SIMG (società italiana di Medicina Generale) – . Da allora i medici hanno compreso l’importanza di trattare il paziente anche quando il fattore di rischio è lieve. Perciò è importante monitorare periodicamente i valori del grasso presente nel sangue».
Ipercolesterolemia e aumento di trigliceridi sono condizioni asintomatiche. Perciò è importante prestare attenzione a familiarità e stile di vita: non fumare, nutrirsi in modo corretto e praticare attività fisica in modo regolare sono fondamentali. «Le lipoproteine LDL , il cosiddetto colesterolo cattivo, sono considerate causa della malattia aterosclerotica. Non solo un fattore di rischio – ha puntualizzato Francesco Natale, cardiologo -. Il che impone un cambio di paradigma nella gestione del colesterolo, da trattare anche in persone con dislipidemie lievi e moderate. Le ultime linee guida della società italiana di Cardiologia (SIC), al riguardo, suggeriscono l’introduzione di prodotti a base di sostanze di origine naturale per prevenire l’insorgenza di malattie cardiovascolari».
Un recente studio, pubblicato su FFHD (Functional Foods in Health and Disease), frutto di una collaborazione tra cardiologi e medici di medicina generale, si fonda su una terapia di prevenzione a base di nutraceutici. Si tratta di un trattamento long term con molecole, come la monacolina k, che si ottiene dalla fermentazione del riso rosso; la berberina che viene estratta direttamente dalle piante e i fitosteroli, presenti in olii e frutti a guscio; il bergamotto e gli estratti del carciofo. «Ogni nutraceutico ha principi attivi e proprietà salutistiche differenti – ha sottolineato Alessandro Colletti del dipartimento di Scienze e Tecnologie del Farmaco dell’Università degli Studi di Torino -. Per questo, non tutti i prodotti sono adatti ad ogni individuo, ma devono essere adattati secondo le esigenze personali. È importante, perciò, che il paziente si rivolga al proprio medico di medicina generale, ad un biologo nutrizionista o ad un farmacista, per ricevere le migliori terapie».
La monacolina K ha un’azione di blocco della sintesi del colesterolo a livello epatico. Il bergamotto è utile per la prevenzione cardiovascolare perché grazie ai polifenoli che contiene, è in grado di abbassare i livelli di LDL. La berberina, invece, elimina il colesterolo a livello del fegato e migliora i valori di glicemia sia post-prandiale (ovvero dopo due ore dalla fine del pasto) che a digiuno. La vitamina K2 infine ricopre un ruolo importante nella prevenzione, perché aumenta l’elasticità dei vasi. «Nel panorama dei nutraceutici utili a regolare la funzionalità dell’apparato cardiovascolare esistono diverse opzioni – ha aggiunto Colletti -. Sono frutto di una ricerca accurata e di una tecnica studiata e brevettata, utile a massimizzare l’assorbimento dei singoli elementi attivi».
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