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Ipertensione, fumo, colesterolo e stress psicosociale i principali responsabili dell’ischemia senza coronaropatia ostruttiva (INOCA)
Non dà segni di sé, ma può colpire il cuore delle donne, anche giovani. È l’ischemia senza coronaropatia ostruttiva (INOCA), un problema poco conosciuto, poco indagato, ancora meno diagnosticato e trattato. I fattori di rischio non sono solo di tipo cardiovascolare. Stress, disturbi dell’umore, fumo, malattie autoimmuni, menopausa, infatti, possono essere causa di uno stato infiammatorio generale potenzialmente responsabile dell’ischemia senza coronaropatia ostruttiva.
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte tra le donne. In Italia sono responsabili del 48% dei decessi tra il genere femminile, contro il 39% maschile. «L’infarto ha un ritardo di 10 anni nelle donne rispetto agli uomini, ma la mortalità è più alta così come le complicanze, che per il 90% colpiscono proprio le donne», spiega Battistina Castiglioni, direttore del Dipartimento Cardio-Toraco -Vascolare e direttore SC Cardiologia a indirizzo d’urgenza ASST Sette Laghi di Varese. «Negli uomini la causa dell’infarto, che si presenta di solito con il classico dolore toracico oppressivo che si irradia al braccio, è spesso un’occlusione delle coronarie – aggiunge Giovanni Esposito, professore di cardiologia alla Federico II di Napoli e presidente nazionale GISE -. Nelle donne, invece, è frequente una patologia cardiaca più “silenziosa”, che può non dare segno evidente di sé, perché i sintomi sono meno tipici e che, soprattutto, non dipende dall’avere le coronarie occluse».
I sintomi riferiti dai pazienti INOCA sono molto eterogenei e spesso indicati come di origine non cardiaca, con conseguente sotto-diagnosi o diagnosi errata e trattamento inadeguato. I meccanismi fisiopatologici di INOCA sono multipli e includono lo spasmo epicardico e la disfunzione microvascolare. «È importante considerare – continua Giovanni Esposito – che la patologia non è innocua: rispetto alla popolazione generale, INOCA è associata ad una aumentata incidenza di eventi avversi cardiovascolari, ri-ospedalizzazioni, calo della qualità di vita e ingenti costi per i servizi sanitari». In queste pazienti, nelle quali spesso l’unico sintomo che porta ad approfondire è l’angina, le coronarie sono compromesse e ci sono alterazioni microvascolari coronariche.
«Queste alterazioni del microcircolo sono più comuni nelle donne giovani, mentre le più anziane condividono con gli uomini la natura “occlusiva” degli infarti – spiega laide Chieffo, cardiologa all’Unità di Emodinamica e Cardiologia interventistica dell’Ospedale San Raffaele di Milano -. Le anomalie coronariche dipendono da fattori di rischio più comuni al femminile come il fumo, più frequente proprio nelle donne giovani, l’ipertensione, che spesso si sviluppa già in gravidanza e con l’andare degli anni è più comune al femminile. Ancora, l’ipercolesterolemia, che aumenta dopo la menopausa così come la sindrome metabolica. Inoltre, lo stress psicosociale e i disturbi dell’umore concorrono ad aumentare le anomalie microvascolari coronariche e sono molto diffusi fra le donne. Senza contare patologie come la dissezione coronarica, che è più comune nella donna e specialmente in pazienti giovani nel peripartum ed è la principale causa di infarto miocardico nelle giovani donne».
Tutto questo indica l’importanza di un attento monitoraggio della salute del cuore femminile, per poter diagnosticare tempestivamente l’ischemia senza coronaropatia ostruttiva e intervenire nella maniera più adeguata. La gestione di questa condizione comune nelle donne prevede innanzitutto un intervento sullo stile di vita che aiuti nella gestione del peso attraverso alimentazione ed esercizio fisico e che se necessario sostenga in un percorso di cessazione del fumo e di gestione dello stress. I fattori di rischio eventuali, come ipertensione, ipercolesterolemia o diabete, devono essere gestiti accuratamente così come l’angina, attraverso farmaci specifici. Il primo passo, tuttavia, è aumentare la consapevolezza della popolazione in merito all’ischemia senza coronaropatia ostruttiva, un problema ancora troppo misconosciuto e sotto-diagnosticato.
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