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È definita “killer silenzioso”: colpisce, nel nostro Paese, il 33% degli uomini e il 31% delle donne, la metà dei quali non lo sa. Nella popolazione italiana, infatti, l’ipertensione arteriosa è molto frequente, soprattutto nelle persone anziane: sopra i 65 anni d’età, circa due terzi dei soggetti hanno valori eccessivamente alti. Un adeguato livello di […]
È definita “killer silenzioso”: colpisce, nel nostro Paese, il 33% degli uomini e il 31% delle donne, la metà dei quali non lo sa. Nella popolazione italiana, infatti, l’ipertensione arteriosa è molto frequente, soprattutto nelle persone anziane: sopra i 65 anni d’età, circa due terzi dei soggetti hanno valori eccessivamente alti.
Un adeguato livello di pressione arteriosa è necessario perché il sangue riesca a scorrere nel nostro sistema circolatorio, assicurando così il nutrimento necessario per i tessuti dell’organismo. Il cuore batte in modo regolare e fa circolare il sangue all’interno delle arterie.
La pressione arteriosa più alta, definita “sistolica” o “massima”, si verifica quando il cuore si contrae e il sangue passa nelle arterie; la pressione arteriosa più bassa, definita invece “diastolica” o “minima” è quella che si registra, all’interno delle arterie, tra un battito e l’altro del cuore.
Quando i valori della pressione sistolica e/o di quella diastolica superano i 140 (per la massima) o i 90 (per la minima), si parla di ipertensione. È fondamentale controllare con regolarità la pressione arteriosa, soprattutto perché, adeguatamente trattata, non costituisce più un pericolo per la nostra salute. È compito del medico di famiglia o dello specialista individuare la terapia farmacologica più sicura e più adatta al singolo paziente.
Per una corretta misurazione della pressione è bene tenere presente le seguenti raccomandazioni:
L’automisurazione della pressione arteriosa è molto importante per individuare precocemente una possibile ipertensione. Sarebbe bene misurarla almeno una volta al mese dopo i 40 anni.
Secondo le Linee Guida della European Society of Cardiologists (ESC) e della European Association for the Study of Diabetes (EASD), l’ipertensione arteriosa e il diabete sono fattori di rischio per le malattie cerebro e cardiovascolari. L’ictus cerebrale rappresenta una delle principali complicanze della pressione alta.
«Il ruolo dell’ipertensione come fattore di rischio per l’ictus è noto – dichiara il Professor Carlo Gandolfo, Ordinario di Neurologia all’Università di Genova, componente del Comitato Tecnico-Scientifico di A.L.I.Ce. Italia Onlus (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) -. Una riduzione anche modesta dei valori di pressione, sia sistolica che diastolica, consente di abbassare il rischio di malattia anche del 40-50%» .