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Dermatologia 14 Giugno 2022

Al mare, in montagna e in città: come proteggere la pelle dal sole

Quali sono i rischi e benefici del sole? E come scegliere la protezione corretta? I consigli del dermatologo

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È ormai noto che bisogna esporsi ai raggi del sole con attenzione. L’estate, infatti, è sinonimo di abbronzatura ma il nostro corpo esige, per la salvaguardia della pelle, una protezione sicura ed efficace. Troppo spesso, l’esposizione al sole viene fatta in modo sbagliato, sottovalutando gli effetti che i raggi solari possono avere sulla pelle.

È il Prof. Leonardo Celleno, dermatologo e presidente AIDECO (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia) a dare alcuni preziosi consigli su come proteggersi correttamente e godere dei benefici del sole.

In vacanza al mare, in montagna e in città: proteggersi dal sole è importante

Gli effetti del sole sulla pelle dipendono da noi. Bisogna osservare un comportamento corretto quando ci esponiamo al sole. Non soltanto quando ci si sottopone a veri e propri “bagni solari”, come in estate, ma durante tutto l’anno. È importante utilizzare prodotti che abbiano un fattore di protezione solare (SPF) tale da proteggere la propria tipologia cutanea (fototipo). In città così come in vacanza, sempre. Il filtro solare si trova ormai in molte creme antietà e fondotinta, ma va considerato che la validità e l’efficacia protettiva è sempre da ricercarsi nella reale capacità di protezione nei confronti del sole. Un SPF troppo basso non è mai sufficiente.

Attenzione alle zone fotoesposte: viso, mani e decolleté

«La pelle, soprattutto delle zone costantemente fotoesposte, è a rischio tutti i giorni, anche in città – spiega Leonardo Celleno, dermatologo e presidente AIDECO. Pertanto, va protetta quotidianamente, attraverso l’uso di prodotti cosmetici con un adeguato fattore di SPF, contenenti filtri e schermi UV. Riguardo al viso, seppure l’uso della mascherina, da cui ancora dipendiamo, riduce la superficie del volto esposta ai raggi solari, le zone della fronte e del contorno occhi, molto delicate e sensibili, rimangono esposte e quindi vanno protette. La stessa regola vale anche per la pelle delle mani e del decolleté. Di conseguenza sarebbe opportuno proteggerle quotidianamente utilizzando prodotti specifici per queste zone, con un livello di protezione adeguato, in grado (tra l’altro) di ridurre la comparsa di rughe e macchie scure.

Mare e montagna: no all’esposizione al sole nelle ore più calde, sì a occhiali e cappelli

Maggiori accortezze devono essere prese quando l’esposizione al sole è prolungata e avviene in determinate condizioni, come in estate, al mare, o anche in montagna. Le indicazioni sono chiare: oltre ad evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde e ad utilizzare cappelli, occhiali ed indumenti protettivi, si deve scegliere il solare più adeguato alle circostanze. Evitare infatti anche solo arrossamenti e scottature ripetute nel tempo è fondamentale per la riduzione di possibili gravi effetti sulla pelle a lungo termine» aggiunge il Prof. Celleno.

Come scegliere il solare giusto?

I prodotti solari rappresentano uno dei più importanti strumenti di protezione per la pelle. Può essere in crema, olio, gel, latte, spray. Ha l’obiettivo principale di proteggere la pelle dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli o mediante rifrazione. Questi prodotti rappresentano dunque, la più importante arma di difesa per la pelle nei confronti del sole. Ma scegliere il solare più adatto alle proprie esigenze non sempre e non per tutti è così facile.

«Il primo elemento da prendere in considerazione per orientarsi è conoscere il proprio fototipo, che dà una indicazione di come reagisce la pelle durante l’esposizione al sole. Tra varie classificazioni per la definizione di diversi fototipi – prosegue il dermatologo – la più comunemente utilizzata individua sei fototipi, stabiliti in base alle caratteristiche individuali (come la carnagione più o meno scura, il colore degli occhi e/o dei capelli) ed alla risposta della pelle dopo esposizione al sole».

I fototipi

«I soggetti che presentano un fototipo I, II e III tendono ad arrossarsi e scottarsi più facilmente e pertanto dovranno proteggersi utilizzando prodotti con fattore di protezione alto o molto alto. Viceversa, chi è più scuro (fototipo IV, V e VI) e già abbronzato, può scegliere solari con SPF più bassi, anche se è importante proteggersi sempre e più volte nel corso dell’esposizione. La conoscenza del proprio fototipo è però ancora piuttosto scarsa, sarebbe quindi importante farsi aiutare dai professionisti di settore (dermatologo, cosmetologo, farmacista) per colmare questa lacuna e poter di conseguenza selezionare il corretto prodotto di protezione solare. È raccomandabile iniziare con l’utilizzo di prodotti solari con protezione alta o molto alta (30/50+). Soltanto successivamente, dopo che si è già abbronzati, ovvero naturalmente più protetti dai danni delle radiazioni solari, è possibile valutare la possibilità di utilizzare un prodotto solare con un fattore di protezione più basso, tenendo sempre bene in mente però che, anche se l’abbronzatura è una risposta difensiva della pelle all’azione dei raggi ultravioletti, è necessario continuare con un comportamento intelligente» evidenzia il Presidente AIDECO.

“Water resistant” e “very water resistant”

«ll termine corretto per definire i prodotti solari che hanno la capacità di resistere di più al contatto con l’acqua, non è “waterproof” ma “water resistant” oppure “very water resistant. Questo per evitare fraintendimenti circa la loro capacità, sempre parziale, di proteggere la pelle dal sole – spiega Leonardo Celleno -. Anche in tal caso, per garantire una protezione solare efficace, sono richieste più applicazioni di prodotto nel corso della giornata. I termini utilizzati stanno a significare che il prodotto solare, secondo quanto testato in laboratorio e seguendo protocolli standard e riconosciuti a livello internazionale, consente con discreta efficacia di effettuare rispettivamente 2 bagni di 20 minuti se “water resistant” oppure 4 bagni da 20 minuti ciascuno se “very water resistant”.

Bambini e sole, sotto ai due anni t-shirt e cappellino

Nella primissima infanzia è importante evitare l’esposizione alla luce solare diretta. «La pelle del bambino è ancora immatura e meno protetta. Il sole può danneggiare le sue delicate strutture cutanee ancora più facilmente che nell’adulto. Le cellule possono subire dei danni che si accumuleranno nel tempo per poi diventare un problema ancora più grande. Anche il numero di nei, tende ad aumentare se si prende troppo sole nell’infanzia – sottolinea il Prof. Celleno. Prima dei 2 anni è opportuno evitare di esporre i bambini alla luce diretta del sole e proteggerli con indumenti adatti. Dopo i 2 anni, in maniera graduale, nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio, è possibile esporli al sole, applicando però sempre la crema con un alto fattore di protezione. Soprattutto nei bambini, è importante riapplicare il prodotto più volte durante l’esposizione, almeno ogni due ore. È inoltre auspicabile far indossare loro un cappellino ed una t-shirt».

Il bambino si scotta? Ecco cosa fare

«La delicata pelle del bambino non va protetta dal sole utilizzando i solari per adulti. Bisogna scegliere prodotti a lui più adatti, prediligendo sempre un elevato fattore di protezione solare. Il prodotto deve essere facile da applicare per non infastidire troppo il bimbo durante la fase di utilizzo – raccomanda il dermatologo -. Quando poi il bambino dovesse “scottarsi”, bisogna evitare ovviamente di esporlo nuovamente al sole nei giorni successivi. Per aiutare a ridurre l’eritema, applicare più volte durante il giorno creme lenitive doposole adatte alla sua pelle. Se la “scottatura” fosse importante, sarebbe necessario rivolgersi al dermatologo, il quale potrà decidere di ricorrere all’applicazione di una crema antinfiammatoria (cortisone) e/o antibiotica. Qualora comparisse un’alterazione della temperatura corporea (febbre) è sempre consigliabile di rivolgersi al medico/pediatra» conclude il presidente AIDECO.

 

 

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