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Recentemente introdotti per il trattamento della dermatite atopica moderata e severa, Fargnoli (Sidemast): “Possibile curare il paziente ottenendo valori di remissione molto elevati: in alcuni abbiamo un miglioramento fino al 90-100% delle manifestazioni cliniche”
Agiscono velocemente e sono molto efficaci sia sul prurito che sull’infiammazione. Sono i Jak inibitori, farmaci che bloccano il segnale infiammatorio in diverse patologie cutanee immunomediate. La prima per cui questi farmaci sono stati utilizzati è la dermatite atopica: i i Jak inibitori sono stati recentemente introdotti per il trattamento della patologia in forma moderata e severa. “In questo momento non possiamo parlare di guarigione ma, come per molte malattie infiammatorie croniche della cute, parliamo di un controllo della malattia – spiega Maria Concetta Fargnoli, vicepresidente Sidemast, la Società italiana di dermatologia e malattie sessualmente trasmesse -. Sicuramente è possibile curare il paziente ottenendo valori di remissione molto elevati. In alcuni abbiamo un miglioramento fino al 90-100% delle manifestazioni cliniche, quindi una riduzione di segni e sintomi, soprattutto il prurito, e un miglioramento della qualità di vita. E questo garantisce sicuramente il controllo della malattia”.
Nel corso del Congresso europeo di dermatologia (Eadv), che si è tenuto recentemente a Berlino, sono stati presentati dati di efficacia e di tollerabilità fino a 140 settimane, ovvero oltre due anni e mezzo di terapia. “La dermatite atopica, a differenza di altre malattie – chiarisce l’esperta – è una malattia molto instabile e quindi il controllo della patologia nel lungo termine, con una sicurezza del farmaco che il paziente sta assumendo, è prioritario”. La dermatite atopica è una malattia molto comune della pelle che si associa a diverse comorbidità, cioè ad altre malattie, come l’asma, e nelle sue manifestazioni più gravi ha un impatto drammatico sulla qualità della vita dei pazienti perché ha come sintomo cardinale il prurito.
“Questo prurito – spiega Angelo Valerio Marzano, direttore della Dermatologia presso la Fondazione Irccs Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – impatta notevolmente sulla qualità della vita, sul ritmo sonno-veglia dei pazienti, sulle attività della vita quotidiana e lavorativa. Ancora, sulla vita di relazione e anche sessuale dei pazienti, spesso colpiti sin da giovani. Può impattare sullo studio e sulla capacità di concentrazione”. Oltre al prurito, ci sono poi una serie di “segni della malattia – aggiunge l’esperto – visibili sulla pelle, ovvero l’eczema, chiazze rosse, quindi lesioni molto visibili, che possono comparire anche sul volto”.
Uno di questi Jak inibitori, continua Marzano, è approvato “per il trattamento dell’alopecia areata, un’altra malattia immunomediata, che porta alla formazione di chiazze di perdita di capelli che possono coinvolgere anche l’intero cuoio capelluto. Questa è una malattia un tempo considerata estetica, ma in realtà non è tale perché l’impatto sulla qualità della vita, soprattutto dei giovani – sia uomini che donne – è estremamente grave e causa un forte stress psicologico. Per questo, come dermatologi, stiamo lavorando anche per far capire ai nostri politici che questa non è affatto una malattia estetica e che quindi i farmaci, che possono essere di un certo costo, come i Jak inibitori, devono essere rimborsati dal sistema sanitario nazionale”.
Un’altra malattia “considerata un tempo estetica, ma sempre a forte impatto sulla qualità della vita – aggiunge lo specialista – è rappresentata dalla vitiligine: quelle macchie bianche che si creano sulla pelle, di estensione variabile. Possono essere poche, ma se colpiscono il viso o se si estendono su gran parte del corpo sono fortemente impattanti. Al momento non abbiamo farmaci approvati e rimborsati, ma – conclude – esiste un Jak inibitore per uso topico, in crema”.
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