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Come evitare le scottature solari? Cos’è l’eritema e cosa fare per prevenirlo? La parola alla dermatologa
Stimola la serotonina, rafforza le ossa, fissa la vitamina D, che regola il metabolismo del calcio. E non solo: migliora l’umore e il nostro aspetto esteriore. Sono tanti gli effetti benefici del sole ma l’esposizione deve essere attenta e controllata. I raggi UV, infatti, oltre a stimolare la produzione di melanina e l’abbronzatura hanno anche effetti nocivi sulla pelle. Bagni di sole senza una protezione adeguata possono provocare arrossamenti, scottature ed eritemi solari. Ma anche rughe, perdita di tono ed elasticità, macchie cutanee e tumori della pelle come il melanoma.
In primis, c’è da dire che le persone con carnagione chiara, capelli biondi o rossi ed occhi chiari sono quelli che rischiano più esposte al rischio di scottature. La dottoressa Manuela Carrera, specialista in Dermatologia e Venereologia dell’Ospedale Israelitico di Roma, ci spiega come esporsi al sole in maniera corretta e cosa fare in caso di eritema solare.
«L’eritema solare – spiega la dottoressa Carrera – è una manifestazione infiammatoria della pelle dovuta a un’eccessiva e prolungata esposizione ai raggi UV, con una protezione solare assente o inadeguata. Si manifesta poche ore dopo l’esposizione e la sua gravità è variabile: da lieve fino ad a un’ustione di primo o secondo grado». Un lieve eritema si mostra con un arrossamento della pelle che scompare spontaneamente dopo qualche giorno. L’ustione di primo grado è caratterizzata da arrossamento e bruciore, rigonfiamento (edema) ipersensibilità al tatto e prurito.
«In caso di eritema intenso – prosegue la dermatologa – i sintomi sono quelli di un’ustione di secondo grado: arrossamento e numerose vescicole o bolle, seguiti da una forte desquamazione. In tal caso l’eritema solare può essere accompagnato da febbre, nausea, cefalea e vertigini».
L’eritema solare è un danno acuto della pelle. «Provoca vasodilatazione e liberazione di mediatori dell’infiammazione come prostaglandine, alcune citochine, istamina e ossido nitrico. Queste sostanze – aggiunge la dermatologa – innescano un processo infiammatorio visibile ad occhio nudo con l’arrossamento della pelle». Ma il danno non si ferma qui. «L’eritema solare è dovuto agli UVB che per il loro elevato livello di energia inducono un danno mutageno diretto al DNA delle cellule basali dell’epidermide. Proseguendo l’esposizione solare, anche gli UVA interagiscono con specifiche molecole cutanee inducendo reazioni di ossidazione che favoriscono la formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) che a loro volta creano un ulteriore danno cellulare» puntualizza.
Prima di tutto, evitare il fai date. In caso di eritemi intensi con vescicole o bolle, è bene rivolgersi al medico curante o al dermatologo che indicherà creme antibiotiche e cortisoniche. È fondamentale non riesporsi al sole finché l’eritema solare non si è risolto.
In caso di eritemi di lieve entità, la dermatologa consiglia di «applicare prodotti idratanti e lenitivi a base di arnica, aloe, camomilla. Acqua corrente fredda e borse del ghiaccio possono aiutare a contrastare il bruciore. Per alleviare prurito e bruciore – conclude – può rendersi necessario l’uso di FANS ed antistaminici per bocca».
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