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Il melanoma cutaneo è una neoplasia maligna che può dare metastasi. Quali sono i fattori di rischio e quando bisogna intervenire chirurgicamente?
Il melanoma cutaneo è una neoplasia maligna che si origina dai melanociti della pelle e delle mucose, da quelli che costituiscono i nevi (piccole tumefazioni o macchioline della pelle di colore scuro) oppure, anche se in casi più rari, dai melanociti posti in sedi extracutanee. Il melanoma può dunque insorgere in tutti i distretti corporei in cui sono normalmente presenti i melanociti: cute, mucose, le meningi e l’uvea.
Rarissimo prima della pubertà, il melanoma cutaneo colpisce prevalentemente soggetti tra i 30 ed i 60 anni. Solo fino a pochi anni fa era considerata una neoplasia piuttosto rara ma la sua incidenza è, ad oggi, in costante crescita a livello globale. Si stima infatti che vengano diagnosticati circa 100mila nuovi casi all’anno.
Negli Stati Uniti d’America il melanoma cutaneo è la seconda neoplasia più frequente tra 0 e 39 anni mentre nell’Unione europea l’incidenza è di 9 casi per 100mila persone all’anno. Per quanto riguarda l’Italia, invece, si tratta del terzo tumore più frequente (in entrambi i sessi) al di sotto dei 49 anni, la decima neoplasia come incidenza negli uomini e la settima nelle donne. Oltre il 50% dei casi viene diagnosticato entro i 59 anni.
I principali fattori di rischio del melanoma cutaneo sono:
I nevi da asportare chirurgicamente sono:
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Tutte le evidenze suggeriscono che la diagnosi precoce è la miglior arma a nostra disposizione per affrontare un melanoma cutaneo. Questo ha infatti un’evoluzione nel tempo strettamente legata allo spessore raggiunto al momento della diagnosi e della relativa asportazione. Se il melanoma è ancora rimasto confinato agli strati cutanei superficiali, la prognosi è dunque in genere buona e il paziente guarisce. Se invece il melanoma ha avuto più tempo a disposizione per aumentare di dimensioni, lo stesso avrà avuto modo di raggiungere gli strati più profondi. Il paziente, in casi come questi, rischia la vita.
Al fine di accorgersi di un possibile melanoma cutaneo in tempi brevi si può ricorrere alla regola dell’ABDCE, e dunque fare caso a:
A – Asimmetria della lesione;
B – Bordi irregolari e frastagliati a “carta geografica”;
C – Colore disomogeneo a varie tinte (nero, rosso-bruno, rosa non uniforme) o nero molto intenso;
D – Dimensione maggiore di 6 millimetri;
E – Evoluzione progressiva: la lesione tende a crescere e ad allargarsi rapidamente con modifiche cromatiche;
Di melanoma cutaneo e della regola dell’ABDCE si parla in un corso di formazione, rilasciato di recente sulla piattaforma FAD (Formazione a Distanza) di Consulcesi Club. Il corso, dal titolo “Il melanoma cutaneo: dalla diagnosi al trattamento” esamina tutti gli aspetti clinici-diagnostici e il trattamento chirurgico del melanoma, delle metastasi e delle complicanze post-linfadenectomia.
Il corso intende fornire nozioni pratiche sulla diagnosi clinico-strumentale e sul trattamento chirurgico del melanoma, la ricerca del linfonodo sentinella, il trattamento delle metastasi e delle complicanze. Il percorso didattico proposto (al termine del quale si riceveranno 10,5 crediti ECM) fornisce elementi basilari sulla conoscenza del melanoma attraverso la descrizione delle forme cliniche, consentendo ai professionisti sanitari di acquisire gli strumenti conoscitivi per una corretta metodologia diagnostica e terapeutica. Responsabile scientifico del corso è Giuseppe Giudice, Professore Ordinario in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica all’Università “Aldo Moro” di Bari e Direttore della UOC di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni del Policlinico di Bari dal febbraio 2014. Il Professor Giudice si occupa del melanoma dal 1998 ed ha in cura oltre 1500 pazienti.
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