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Chi soffre di diabete può fare attività fisica? Corre qualche rischio o può trarre solo vantaggi dalla pratica sportiva? In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, il Presidente della Società Italiana di Medicina dello Sport e dell’Esercizio (SIMSE) Deodato Assanelli spiega per la rubrica “Una mela al giorno” qual è il rapporto tra diabete e […]
Chi soffre di diabete può fare attività fisica? Corre qualche rischio o può trarre solo vantaggi dalla pratica sportiva? In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, il Presidente della Società Italiana di Medicina dello Sport e dell’Esercizio (SIMSE) Deodato Assanelli spiega per la rubrica “Una mela al giorno” qual è il rapporto tra diabete e sport.
«Ormai ci sono linee guida di diabetologi italiani, europei e americani che suggeriscono ai diabetici di fare attività fisica, specificando in modo molto preciso quale e quanta attività fisica bisogna fare. Intanto si deve camminare, correre, nuotare, fare step o andare in bici, quindi fare un’attività per lo più aerobica, per circa 150 minuti alla settimana. Non c’è alcun dubbio che un’attività di questo tipo serva a ridurre le complicanze in chi ha già il diabete. Se si aggiunge anche attività contro resistenza (corpo libero o piccoli pesi, con gradualità) è ancora più efficace. Ma l’attività fisica è ancora più importante per chi è predisposto al diabete, quindi solitamente i parenti di primo grado dei pazienti diabetici (figli, genitori, fratelli, eccetera). Studi molto solidi hanno dimostrato che seguire degli stili di vita salutari, fare attività fisica regolarmente e mangiare in modo corretto riducono la possibilità di ammalarsi di diabete o comunque ritardano l’insorgenza della malattia nei soggetti con ridotta tolleranza glucidica. È ormai accertato che più tardi si sviluppa il diabete, più si riduce la mortalità. In tutti i pazienti diabetici, ma più ancora in quelli con diabete tipo 1, è buona norma valutare la glicemia prima e dopo un programma di allenamento o gara».
«Ovviamente – procede il Professor Assanelli – in ogni caso la prima cosa da fare è chiedere consiglio al medico, che deve verificare che non ci siano danni d’organo. In assenza di danni di solito non ci sono problemi e si può tranquillamente praticare attività fisica; in caso di danni d’organo invece bisogna verificare che questi non siano tali per cui l’attività fisica possa creare dei problemi. In questi casi bisogna chiedere una valutazione allo specialista specifico e recarsi quindi dal cardiologo se il problema è al cuore, dal nefrologo se è ai reni, dall’oculista se il problema è agli occhi, eccetera. Una volta che lo specialista dice che il paziente è stabile può fare attività fisica, con una prescrizione del medico dello sport e dell’esercizio», conclude Assanelli.