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infanzia 1 Ottobre 2024

Allattamento al seno, dal malto d’orzo un aiuto naturale per aumentare la produzione di latte materno

Un trial clinico condotto dall’Università Medica di Varsavia ha mostrato l’efficacia di un integratore a base di beta-glucani da malto d’orzo che contribuisce alla naturale produzione di latte

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L’allattamento al seno offre numerosi benefici sia per la madre, che per il bambino. Tuttavia, non tutte le donne possono decidere liberamente di allattare al seno: non sono poche le neomamme che vorrebbero nutrire il proprio figlio in modo naturale, ma non hanno una produzione di latte sufficiente a garantire apporti calorici e nutrizionali giornalieri sufficienti. Secondo le statistiche, infatti, circa il 15% delle madri ha una bassa produzione di latte. Il 40% ritiene le quantità di latte materno prodotte talmente insufficienti da decidere di optare per un’interruzione dell’allattamento al seno.

Un ‘liquido vivo’

“Per i neonati, il latte materno – spiega Arturo Giustardi, pediatra neonatologo e presidente di Aicip, la Società Italiana per la Care in Perinatologia – fornisce una protezione immunitaria contro diverse infezioni grazie ai globuli bianchi e agli anticorpi contenuti. L’American Academy of Pediatrics lo definisce un ‘liquido vivo’ che non solo difende il bambino dalle infezioni, ma riduce anche il rischio di asma fino ai sei anni di vita, se l’allattamento è prolungato per almeno quattro mesi”. Tra le possibili cause di scarsa produzione, compaiono alcune condizioni mediche della mamma, come i problemi ormonali, così come il taglio cesareo e il parto pretermine. Ma il fattore principale che influisce sulla produzione di latte è determinato dalla frequenza ed efficacia delle poppate.

Gli integratori alimentari

Anche gli integratori possono contribuire a migliorare la produzione di latte materno. Di recente, un trial clinico condotto dall’Università Medica di Varsavia, in collaborazione con due Unità di Terapia Intensiva Neonatale, ha mostrato l’efficacia di un integratore a base di beta-glucani da malto d’orzo che contribuisce alla naturale produzione di latte. Lo stesso integratore contiene anche foglie di melissa essiccata, nota per la sua azione calmante, utile quando lo stress interferisce con l’avvio dell’allattamento. La ricerca che ne ha verificato l’efficacia è uno studio randomizzato, controllato con placebo e condotto in doppio cieco: ha coinvolto 117 madri di neonati pretermine. Al termine del trial, rispetto al gruppo placebo, le madri che hanno ricevuto la composizione galattagoga hanno prodotto circa il 43%  di latte in più durante la seduta del quattordicesimo giorno di lattazione.

La conservazione del latte materno

Dalla Società Italiana di Pediatria (Sip) alcuni consigli anche per le donne che hanno una produzione di latte materno superiore alle necessità del proprio bambino: il latte materno può essere conservato e congelato in freezer anche per un anno. L’importante è rispettare poche e semplici regole. Ecco quali:

  • Il latte materno, fresco o congelato, si conserva 4 ore a temperatura ambiente (non superiore a 25°C); 24 ore in borsa termica con blocchetti refrigeranti; in frigo, 96 ore se fresco o 48 se congelato; in freezer (-18°C) per 12 mesi.
  • Prima dell’uso può essere scaldato a bagnomaria o con uno scalda-biberon (no microonde).
  • Se caldo, non può essere riscaldato nuovamente o riposto in frigo; se congelato, lo scongelamento va fatto in frigo o sotto acqua corrente a 37 °C o a bagnomaria.
  • Se scongelato, non può essere ricongelato.
  • Lo scongelamento potrebbe portare a variazioni di colore o odore che non indicano una perdita delle sue proprietà.

 

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