Salute, benessere e prevenzione
i consigli quotidiani per vivere meglio.
Simona Marocchini, ostetrica e segretario dell’ordine della Professione Ostetrica di Roma, ai microfoni di Sanità Informazione, descrive tutte le tappe di questo straordinario viaggio alla scoperta del proprio piccolo appena venuto al mondo
Dall’allattamento, al bagnetto, alle prime cure del piccolo: così, attraverso un percorso domiciliare, l’ostetrica sostiene le neomamme ed anche in neopapà nell’apprendimento di nuove competenze, fondamentali per la crescita del proprio bimbo. Simona Marocchini, ostetrica e segretario dell’ordine della Professione Ostetrica di Roma, ai microfoni di Sanità Informazione, descrive tutte le tappe di questo straordinario viaggio alla scoperta del proprio piccolo appena venuto al mondo.
Cominciamo dall’allattamento: «L’Organizzazione Mondiale della Sanità – spiega l’Ostetrica – consiglia l’allattamento esclusivo al seno. Di conseguenza, laddove non ci siamo particolari impedimenti, è importante che il neonato venga allattato con latte materno e, soprattutto, che lo si faccia a richiesta. Non devono esistere orari regolari o prestabiliti: il bambino va attaccato al seno ogni qual volta ne mostra l’esigenza – sottolinea Marocchini -. È importante non dare nessun altra tipologia di liquido al bambino almeno fino ai sei mesi di età, incrementando il numero delle poppate al seno nei periodi di particolare caldo per soddisfare l’eventuale senso di sete».
Per una buona riuscita dell’allattamento è importante che si proceda ad un attaccamento al seno corretto, fin dalle prime ore di vita: «L’ostetrica – commenta Marocchini – ha un ruolo fondamentale nell’insegnare alla neomamma l’adeguata modalità di attaccamento al seno. Questo perché, se il bambino dovesse attaccarsi con difficoltà o in modo scorretto potrebbero comparire delle ragadi».
Durante tutto il percorso domiciliare, che comincia dal giorno in cui mamma e neonato vengono dimessi dall’ospedale, l’ostetrica viene in aiuto alla donna, alla coppia ed all’intera alla famiglia. «Vengono dati dei suggerimenti sulle corrette cure igieniche del bambino – continua Marocchini – e viene mostrato come effettuare il primo bagnetto che, di solito, si fa proprio sotto la supervisione dell’ostetrica». Non solo pratica, ma anche teoria: «Consigliamo anche quali prodotti utilizzare: un semplice amido di riso – suggerisce la professionista – è da preferire a qualsiasi sapone».
Ancora, si insegna come medicare il cordone ombelicale, uno dei principali incubi delle mamme: «È più semplice di quanto si possa immaginare – sottolinea Marocchini – . Le nuove linee guida suggeriscono che non è necessaria nessuna particolare cura, se non monitorare che si essicchi da solo, fino alla naturale caduta».
Grazie all’assistenza dell’ostetrica si apprendo anche le modalità per una messa in sicurezza del bambino: «Quando dorme – spiega Marocchini – deve essere posizionato a pancia in su per una migliore gestione del rigurgito, né a pancia in giù, né di lato. Nella culla non devono essere presenti oggetti, nemmeno peluche. E il piccolo deve dormire in stanza con i genitori almeno fino a sei mesi per la prevenzione della morte in culla».
Ma se in casa tutti gli occhi sono spontaneamente puntati sul nuovo nato è comunque necessario non dimenticare di prendersi cura anche della mamma. «L’ostetrica valuta che la donna riprenda man mano tutte le sue attività quotidiane, il corretto andamento del puerperio, le prime contrazioni per il ritorno dell’utero alla normalità, le perdite dopo il parto, il pavimento pelvico, la salute del seno, ma anche quella psicologica. Attenzione al calo ormonale che si verifica dopo la fuoriuscita della placenta – sottolinea Marocchini – può portare a dei momenti di tristezza ed è pertanto importante sostenere la mamma – conclude – e valutare l’eventuale bisogno di un maggiore sostegno».