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Quali sono i cibi più a rischio che causano allergie e intolleranze alimentari nei bambini?
Le allergie alimentari sono reazioni eccessive e anomale del sistema immunitario che si verificano quando i bambini mangiano un determinato alimento, di per sé innocuo.
L’allergia si scatena dal contatto con un alimento che viene assunto senza problemi dalla maggioranza delle persone. Spesso, usiamo la parola allergia per riferirci a una più generica intolleranza agli alimenti che può essere causata da una reazione allergica o da:
Qualsiasi alimento può indurre allergia: ne sono stati riportati più di 170 ma solo una minoranza è responsabile della maggior parte delle reazioni. Se il bambino nasce con una forte predisposizione familiare allergica, le proteine contenute negli alimenti più spesso assunti dalla mamma che allatta o dal bambino con le pappe – latte di mucca, uova, pesce, pomodoro, grano -possono sensibilizzarlo e provocare reazioni allergiche.
I più frequenti alimenti che possono causare allergia sono:
Nella maggior parte dei casi le reazioni sono immediate e sono quelle più temibili. Compaiono da pochi minuti a due ore circa dal pasto che contiene le proteine allergizzanti. Possono includere:
Quando l’eczema compare tutte le volte in cui il bambino assume un determinato cibo si può pensare ad un’allergia alimentare e procedere con i test diagnostici. A volte, ma sono rare, la rinite e l’asma bronchiale possono essere causate da allergia alimentare. Il sintomo più pericoloso è lo shock anafilattico, reazione generalizzata causata dal contatto con l’alimento a cui il bambino è allergico. Il pallore e la riduzione della pressione sono preceduti da manifestazioni cutanee come orticaria/angioedema, rinite, asma bronchiale, spasmo laringeo. È necessario intervenire prontamente con un adeguato trattamento salvavita, perché il collasso cardio-circolatorio può aggravarsi e talvolta condurre al decesso.
La diagnosi si basa sulla storia clinica del bambino e sull’esame obiettivo. Familiarità, descrizione accurata dei sintomi, intervallo tra assunzione dell’alimento e comparsa di segni clinici.
Per confermare il sospetto di allergia nei confronti dell’alimento considerato, si devono effettuare le prove cutanee con il metodo della puntura della pelle con lancetta (prick test). Si applica sulla cute dell’avambraccio una goccia di estratto dell’alimento, si punge la goccia con una lancetta e si osserva la reazione locale. Per frutta e verdura, per il test cutaneo è preferibile utilizzare gli alimenti freschi mediante il cosiddetto prick by prick.
Se la pelle è molto irritata o molto reattiva può essere opportuno, a completamento dell’iter diagnostico, ricorrere alla ricerca nel siero di anticorpi IgE specifici per gli allergeni che si sospettano come causa dei sintomi allergici.
C’ è da ricordare che né i prick test né i RAST permettono di diagnosticare un’allergia alimentare. Hanno un valore orientativo e aiutano, insieme alla storia clinica e all’esame obiettivo a sospettare un’allergia. Moltissimi bambini hanno prick test e RAST positivi per le proteine del latte, dell’uovo o per molti altri alimenti; eppure, non soffrono di alcuna forma di allergia. Uno degli errori più comuni e più dannosi consiste proprio nel considerare il bambino allergico soltanto perché ha i prick test o i RAST positivi per qualche alimento.
La prova decisiva per dimostrare che l’alimento è effettivamente la causa dei sintomi, è la sua esclusione dalla dieta da praticare per un massimo di 2-3 settimane. Se i sintomi sono scomparsi o si sono ridotti si può reintrodurre l’alimento e se le manifestazioni ricompaiono, c’è la prova inequivocabile dell’allergia alimentare. Il ruolo causale dell’alimento va sempre verificato con la dieta di esclusione e il successivo test di scatenamento. I test molecolari si ultima generazione consentono di ottenere informazioni più mirate sulla proteina responsabile della reazione allergica.
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