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I dati raccolti in questi due mesi di pandemia hanno dimostrato che adolescenti e bambini sono meno coinvolti degli adulti nell’infezione causata dal SARS-CoV-2. Spesso, sono asintomatici o la malattia si sviluppa in forma lieve. Tuttavia, i bambini possono essere portatori sani e trasmettere il virus ad altri bambini o agli adulti. Inoltre, l’impatto psicologico della quarantena […]
I dati raccolti in questi due mesi di pandemia hanno dimostrato che adolescenti e bambini sono meno coinvolti degli adulti nell’infezione causata dal SARS-CoV-2. Spesso, sono asintomatici o la malattia si sviluppa in forma lieve. Tuttavia, i bambini possono essere portatori sani e trasmettere il virus ad altri bambini o agli adulti. Inoltre, l’impatto psicologico della quarantena e il divieto di andare a scuola hanno un peso rilevante anche sul benessere dei più piccoli.
«L’impatto è ed è stato duro per tutti noi, anche per i bambini – precisa il presidente Fimp Paolo Biasci a Sanità Informazione – che hanno reagito in base al carattere: alcuni, in generale, sono più tranquilli altri hanno maggiore necessità di movimento. In più, ci sono bambini più o meno fortunati e famiglie con diverse possibilità: c’è chi ha avuto un giardino dove giocare in questi mesi e chi, vivendo in case molto piccole e meno confortevoli, ha risentito di più del lockdown».
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L’ultimo DPCM permette ai più piccoli di uscire, ma con prudenza: no agli assembramenti e con la mascherina obbligatoria al di sopra dei 6 anni. Possono rivedere i nonni ma sempre rispettando la distanza di sicurezza. «Siamo entrati nella fase 2 ma bisogna continuare a adoperare il criterio della massima cautela – continua il presidente – come pediatri raccomandiamo a loro e ai genitori la giusta attenzione e li invitiamo a gestire le uscite in massima sicurezza.
«Sul mercato e nelle farmacie si trovano mascherine adatte ai bambini, colorate e con i pupazzi – sottolinea Biasci -. Sono ausili che dobbiamo avere a tutti in casa indipendente dall’età, dovremmo utilizzarle per un po’. La convivenza con il virus è questa: il ritorno alle nostre vecchie abitudini è ancora lontano, ma dobbiamo trovare un equilibrio anche così, mantenendo atteggiamenti di precauzione».
In questi mesi i pediatri di famiglia hanno contribuito a limitare gli accessi ospedalieri, specie al pronto soccorso e sono stati di grande supporto ai genitori. Un rapporto di fiducia che si è rafforzato durante l’epidemia: «Non potevamo non essere ancora più vicini alle famiglie e ai bambini, secondo il nostro ruolo riconosciuto dal SSN. In questi mesi abbiamo costruito tanto materiale raccolto nel portale accessibile dal nostro sito web. Ci sono video, videogiochi, videolibri e attività ed esperimenti da fare in casa con i bambini che vengono aggiornate quotidianamente e chiunque può accedere. Nella sezione apposita Covid-19 grazie ai pupazzi Mio, Mia & Meo spieghiamo ai piccoli quali sono le regole e gli atteggiamenti corretti da seguire. L’iniziativa è nata dalle necessità di questi mesi, ma è l’inizio di un contatto avviato con le famiglie che intendiamo continuare. Il portale, infatti, sarà arricchito da ulteriori contenuti: educazione sanitaria, vaccinazioni, nutrizione, prevenzione degli incidenti domestici e tanto altro» conclude Biasci.
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