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In Italia 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni sanno usare il cellulare dei genitori. Il 30% dei genitori, infatti, lo usa per distrarli o calmarli già ad un anno di vita, il 70% al secondo anno. Ma sono davvero consapevoli dei rischi per la salute psicofisica di un utilizzo precoce dei dispositivi […]
In Italia 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni sanno usare il cellulare dei genitori. Il 30% dei genitori, infatti, lo usa per distrarli o calmarli già ad un anno di vita, il 70% al secondo anno. Ma sono davvero consapevoli dei rischi per la salute psicofisica di un utilizzo precoce dei dispositivi digitali?
La Società Italiana di Pediatria, si esprime con un documento ufficiale sull’uso dei media device (cellulare, smartphone, tablet, pc ecc.) nei bambini da 0 a 8 anni di età che ha indagato sia gli effetti positivi sia quelli negativi sulla salute fisica e mentale dei bambini al fine di stabilire l’età più appropriata per l’esposizione ai media device e le corrette modalità:
«Nessuna criminalizzazione delle tecnologie digitali, anzi alcune applicazioni hanno mostrato di avere un impatto positivo sull’apprendimento in età prescolare, purché usate insieme ai genitori. Ma come pediatri che hanno a cuore la salute psicofisica dei bambini non possiamo trascurare i rischi documentati di un’esposizione precoce e prolungata a smartphone e tablet» spiega il Presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Villani. Numerose infatti sono le evidenze scientifiche sulle interazioni con lo sviluppo neuro-cognitivo, il sonno, la vista, l’udito, le funzioni metaboliche, le relazioni genitori-figli e lo sviluppo emotivo in età evolutiva.
«E’ importante – aggiunge Elena Bozzola, Segretaria Nazionale SIP – porre ai bambini dei limiti e trovare dei modi alternativi per intrattenerli e calmarli, così come si rivela preziosa la partecipazione educativa dei genitori all’esperienza digitale dei figli. Ma soprattutto i genitori dovrebbero dare il buon esempio, limitando l’utilizzo dei media device perché i bambini sono grandi imitatori» aggiunge Elena Bozzola.