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Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è tra le principali cause di malattie respiratorie tra i più piccoli
Con il ritorno a scuola e alla normalità, senza mascherine e distanziamento tra i banchi, altre malattie infettive emergenti potrebbero diffondersi tra i giovanissimi. È il caso dell’infezione da Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) la principale causa di bronchiolite e polmonite nei bambini.
Esperti pediatri e infettivologi presenti al IV Congresso WAidid – World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders si dicono preoccupati. Con la fine delle restrizioni da Covid, inevitabilmente alcuni agenti patogeni finora tenuti a bada, potrebbero trovare una nuova diffusione grazie alla mancata azione di contrasto negli ultimi due anni.
«Non c’è dubbio che le restrizioni a cui sono stati sottoposti bambini e piccoli studenti abbiano avuto un impatto efficace anche contro altri agenti patogeni come l’RSV, del quale abbiamo riscontrato un calo complessivo dei casi negli ultimi due anni». A spiegarlo è la prof. Susanna Esposito, professore Ordinario di Pediatria all’Università di Parma e presidente WAidid. «Ecco perché, con la ripresa della normalità di cui siamo tutti contenti, siamo esposti ad un rischio concreto di nuove epidemie che potrebbero mettere a rischio la salute dei più piccoli».
L’RSV è, durante l’infanzia, la principale causa di malattie respiratorie che richiedono il ricovero in ospedale. A livello globale si registrano ogni anno 33,1 milioni di casi e 3,2 milioni di ospedalizzazioni. Il virus, che rispetto agli altri agenti patogeni causa da solo il 40% delle polmoniti gravi, è responsabile ogni anno di oltre 118.000 decessi tra la popolazione di età pediatrica.
In Europa l’incidenza è tra 10 e 28 casi su 1.000 nei bambini di età inferiore a 1 anno; tuttavia, i tassi di incidenza degli studi possono essere sottostimati. L’RSV è la causa più significativa di morte correlata a infezione delle basse vie respiratorie nel primo anno di vita.
L’impatto del virus, in termini di incidenza e gravità, varia notevolmente con l’età: l’RSV causa un notevole carico ambulatoriale tra i bambini di età inferiore ai 5 anni, ma è causa di una morbilità significativa anche nell’anziano e nel paziente di qualsiasi età immunocompromesso. Tuttavia, le conseguenze più gravi sono predominanti tra i bambini di età inferiore ad un anno.
Per i bambini con infezione da RSV grave è disponibile solo una terapia di supporto (ossigeno supplementare, liquidi per via endovenosa e ventilazione meccanica). La profilassi disponibile con l’anticorpo monoclonale palivizumab è limitata ai bambini nati prima delle 29 settimane di gestazione o con comorbidità specifiche, circa il 4-6% dei bambini da 1 a 3 anni.
«I potenziali approcci preventivi per neonati e bambini piccoli attualmente in fase di studio – spiega la prof.ssa Esposito –. Includono la vaccinazione delle donne in gravidanza, che può avere però un’efficacia limitata al brevissimo periodo e alla stagionalità. L’utilizzo di anticorpi monoclonali nel neonato e lo sviluppo di un vaccino da impiegare nei primi mesi di vita, che però è reso estremamente complicato dalla possibilità di indurre una risposta immunitaria protettiva».
La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto significativo sulla diffusione dell’RSV. L’attuazione delle misure restrittive ha favorito una drastica riduzione della diffusione del virus che, tuttavia potrebbe avere una nuova diffusione. Questo è dovuto, principalmente, all’aumento di bambini che non hanno acquisito l’infezione nelle scorse stagioni.
«È fondamentale – conclude la Esposito – recuperare il terreno perso, ripristinare un’adeguata sorveglianza dell’RSV per evitare gravi conseguenze. Le attuali opzioni di profilassi sono, oltre che costose, limitate a categorie a rischio. E richiedono la somministrazione di dosi multiple durante il periodo di circolazione dell’RSV che, nel nostro emisfero, inizia in ottobre e termina a fine aprile. Fortunatamente in futuro le strategie includeranno l’impiego di nuovi anticorpi monoclonali in stato avanzato di sperimentazione, i cui risultati si annunciano incoraggianti, sia in termini di efficacia sia di sicurezza e di rapporto di costo-beneficio».
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