Salute, benessere e prevenzione
i consigli quotidiani per vivere meglio.
La professoressa Vania Giacomet, membro SIP, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega come prevenire le punture di zanzare e come riconoscere i sintomi dei virus veicolati dagli stessi insetti
Entro il 2100 in Europa e nel mondo le temperature medie stagionali potrebbero aumentare fino a 7 gradi, facendo crescere il rischio sia di precipitazione estreme, che di siccità. È quanto emerge dall’ultimo ‘Rapporto sul Clima IPCC’. Tuttavia, temperature altalenanti e piogge forti e improvvise sono fenomeni atmosferici che fanno già parte del presente e che, in Italia, continuano a mettere in discussione l’arrivo ufficiale dell’estate. “È probabile che dovremmo attendere ancora qualche giorno per capire se anche quest’anno l’aumento delle zanzare circolanti in Italia sarà confermato”, spiega Vania Giacomet, Professore Associato di Pediatria all’Università degli Studi di Milano, direttore Unità operativa di Pediatria Infettivologica Ospedale Sacco e membro della Società Italiana di Pediatria (SIP), in un’intervista a Sanità Informazione.
“Il clima umido e le lunghe stagionalità calde hanno aumentato la presenza delle zanzare, come quella tigre. In Italia, lo scorso anno, vi è stato un aumento delle uova di zanzara tigre superiore alla media degli ultimi cinque anni – continua la specialista -. Nel nostro Paese si registra, di conseguenza, anche un aumento del rischio di diffusione di virus trasmessi dalle zanzare e di malattie che un tempo erano tipiche delle zone umide”, aggiunge la pediatra. In attesa che l’Istituto Superiore di Sanità, con il suo consueto bollettino, calcoli una stima precisa della presenza di zanzare in Italia, la professoressa Giocomet offre dei consigli pratici di prevenzione, evidenziando a quali sintomi prestare maggiore attenzione nell’eventualità che il proprio bambino venga punto.
Partiamo dalla prevenzione. “Innanzitutto, è necessario rispettare alcune regole ‘ambientali’, come evitare acqua stagnante su terrazzi o nei giardini e provvedere a tagliare accuratamente l’erba. In casa è necessario munirsi di zanzariere alle finestre e per proteggere i neonati montarle anche attorno alle culle ed ai passeggini – spiega la professoressa Giocomet -. A livello individuale è possibile utilizzare dei repellenti, facendo attenzione che siano adatti all’età. Nei primi tre mesi di vita è sconsigliato l’utilizzo anche di prodotti naturali al 100%. Successivamente, dal quarto mese di vita in poi è possibile utilizzare dei repellenti, facendo attenzione che siano specifici per i bambini. Consigliato anche l’utilizzo di vestiti a manica lunga e di colore chiaro, soprattutto di sera e in caso di passeggiate nel bosco, dove oltre alle zanzare è possibile imbattersi anche nella presenza di zecche”.
In Itala circolano due tipi di zanzare. “Quella comune (nome scientifico Culex pipiens) che – spiega la pediatra – è riconoscibile per il suo dorso marrone, punge all’imbrunire e potrebbe essere il vettore del virus West Nile (WNV). Chi contrae questa infezione può manifestare febbre, malessere e sintomi tipici dell’influenza. Solo nell’1% dei casi si presenta in forma grave, con forti dolori muscolari e mialgie, soprattutto tra gli anziani e la popolazione dei più fragili. Per evitare la diffusione del West Nile, in Italia, è attivo uno specifico sistema di sorveglianza: attraverso dei dispositivi installati in diversi luoghi ritenuti strategici, le zanzare vengono intrappolate e studiate nei laboratori di zoofilia. Laddove fosse rilevata la presenza del virus scatterebbe un sistema di allerta che, tra le prime misure, prevede la sospensione delle donazioni di sangue in quella specifica area”.
Accanto alla zanzara comune, ormai da diversi anni, circola in Italia anche la zanzare tigre (nome scientifico: Aedes albopictus): “È così chiamata per il suo colore che alterna strisce bianche e nere. Si riproduce facilmente in presenza di acque stagnanti e punge anche nelle ore diurne. Può essere il vettore di alcune forme infettive come Chikungunya, Febbre Gialla e Dengue, che possono manifestarsi attraverso febbre e dolori. Alla comparsa di questi sintomi è sempre meglio consultare il proprio medico che provvederà, non essendoci trattamenti specifici, alla prescrizione di terapie sintomatiche. La diffusione di tutte queste arbovirosi – ovvero malattie causate da virus detti arbovirus (animali invertebrati) – è monitorata attraverso un bollettino di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità”, commenta la professoressa Giocomet. Tutti i casi finora segnalati, non sono autoctoni, ma importati da persone di ritorno da viaggi all’estero.
Gli amanti della montagna e dell’escursionismo, soprattutto recandosi nel nord-est Italia, devono fare attenzione anche al morso di zecca, possibile vettore della malattia di Lyme. “Questa patologia, se non trattata tempestivamente, può avere manifestazioni anche a livello neurologico – avverte la specialista -. La stessa zecca può essere portatrice anche di un virus neuro-invasivo, causa di encefalite. Quest’anno sono stati segnalati in Italia 12 casi di encefaliti da morso di zecca, tutti autoctoni. Per questo, alle persone che frequentano per un tempo più o meno lungo zone ritenute a maggiore rischio – conclude la professoressa Giacomet – è altamente consigliato il vaccino anti-encefalite da zecche (TBE)”.
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