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L’asma grave è una forma di asma che necessita di livelli massimali di terapia con cortisonici e broncodilatatori per essere controllata o che rimane incontrollata nonostante questo trattamento
In Italia, si stima che circa il 5% della popolazione, approssimativamente tre milioni di persone, sia affetta da asma bronchiale e che il 10% dei soggetti asmatici, quasi 300mila persone, presenti una forma di asma grave. L’87% dei pazienti presenta almeno una comorbidità, il 77% almeno due. Le comorbidità includono patologie che hanno un meccanismo d’azione comune con l’asma, come la rinosinusite o la poliposi nasale, ma anche malattie croniche conseguenti all’uso protratto di cortisonici per via sistemica (come obesità, diabete, ipertensione arteriosa). “Esiste ad oggi un problema di emersione della patologia sia in termini di diagnosi delle forme sia lievi che gravi, che di corretto indirizzo dei pazienti per la presa in carico in adeguati centri specialistici”, spiega la Prof.ssa Gianna Camiciottoli, Professore Associato, Dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche ‘Mario Serio” Università di Firenze e Coordinatrice Comitato Scientifico dell’Associazione Respiriamo Insieme.
“Nonostante la diffusione di documenti e linee guida per una corretta diagnosi e gestione terapeutica dell’asma, si registra una scarsa aderenza alla terapia e un’alta frequenza di accessi al dipartimento di emergenza di pazienti con crisi asmatica – aggiunge la Prof.ssa Camiciottoli -. Pochi pazienti tra quelli transitati dal Pronto Soccorso passano in carico a uno specialista dedicato per il successivo ‘disease management’. L’asma e l’asma grave in particolare, resta quindi una patologia fortemente sotto-diagnosticata e sottotrattata, per via di un gap di awareness che riguarda tutti gli attori: medici, policy makers, payers e pazienti che continuano a vivere e gestire la propria malattia in solitudine e in autonomia. Inoltre – continua la docente – asma e attività fisica sono spesso state considerate un binomio inconciliabile, per cui gli adulti e, soprattutto, i bambini con asma sono sempre stati limitati nell’attività fisica. Invece – assicura la specialista – alcuni sport, se praticati in modo corretto, apportano solo effetti benefici sull’asma dal punto di vista fisiologico; c’è anche un aspetto relazionale e sociale perché praticare attività fisica contribuisce significativamente a ridurre o azzerare l’isolamento in cui spesso si trova il paziente respiratorio. Da qui è nato anche il Progetto PerCorsa“.
Un soggetto che sperimenta un grave attacco di asma può apparire cianotico, in particolare intorno alle labbra, sentirsi confuso e/o agitato, avere serie difficoltà a inspirare ed espirare completamente e a parlare. Questi sintomi, inoltre, non migliorano anche dopo aver utilizzato la terapia di sollievo. La diagnosi andrebbe effettuata in centri specializzati e, oltre al quadro clinico, necessita anche di una conferma funzionale mediante test di broncodilatazione farmacologica o un test di provocazione bronchiale. Oltre alla diagnosi di asma è fondamentale anche identificare la tipologia (fenotipo) di asma e quelle che sono le patologie concomitanti che possono destabilizzarla, per avviare una terapia mirata e personalizzata.
Oltre agli inalatori di sollievo, le opzioni di trattamento includono broncodilatatori a lunga durata d’azione, antagonisti del recettore dei leucotrieni, antagonisti dei recettori muscarinici a lunga durata d’azione, beta-agonisti a lunga durata d’azione, teofillina a rilascio lento, beta 2-agonisti a breve durata d’azione e steroidi giornalieri. I progressi scientifici sull’asma hanno definito come, in più della metà dei casi, alla base delle forme più severe di malattia vi sia un’infiammazione di tipo 2, dovuta alla reazione del sistema immunitario a trigger (allergeni, virus o batteri). Inoltre, la stessa infiammazione di tipo 2 è causa sottostante delle altre patologie spesso coesistenti nei pazienti con asma grave ed è spesso refrattaria alla terapia con corticosteroidi inalatori. Potrebbe tuttavia rispondere ai corticosteroidi orali, ma i loro effetti collaterali gravi necessitano l’esplorazione di alternative terapeutiche, come i biologici, una nuova classe di farmaci che agisce bloccando l’attività delle sostanze chimiche del sistema immunitario che innescano l’infiammazione delle vie aeree. In alcuni casi, potrebbe essere raccomandata la termoplastica bronchiale, una procedura chirurgica in cui un tubo flessibile viene passato nelle vie aeree nei polmoni per fornire una forma specialistica di trattamento termico. Tutti i pazienti con asma grave dovrebbero infine vaccinarsi contro l’influenza ogni anno. È importante optare per l’iniezione, non uno spray nasale, che potrebbe esacerbare i sintomi dell’asma.
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