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Cos’è il digiuno intermittente e quali sono i vantaggi? È vero che abbassa la glicemia?
La dieta del digiuno intermittente è una particolare scelta di alimentazione da effettuare sotto stretto controllo medico. Questo regime alimentare provoca un drastico cambiamento delle proprie abitudini di vita. È necessaria la guida di uno specialista esperto per gestire i sintomi iniziali, come la sensazione di fame e l’irritabilità. Ma il digiuno intermittente è adatto a tutti? Può essere un valido alleato per le persone diabetiche?
Il digiuno intermittente, conosciuto anche come dieta «mima digiuno», prevede l’assunzione di proteine (11-14 per cento), carboidrati (42-43 per cento) e grassi (46 per cento), per una riduzione calorica complessiva compresa tra il 34 e il 54 per cento rispetto all’apporto canonico. La dieta può essere seguita in due modi. Il primo noto come 5:2, prevede l’assunzione di tutti gli alimenti per cinque giorni alla settimana senza eccezioni. In questo lasso di tempo per due giornate tra loro non consecutive l’approvvigionamento energetico non deve essere superiore a un quarto di quello abituale: ovvero tra 500 e 600 chilocalorie (200-250 a colazione e 300-350 a cena). La seconda modalità concentra l’assunzione di alimenti in un periodo variabile tra 6 e 8 ore (schema 16/8). Prima dell’inizio della giornata e dopo l’ultimo pasto, va abolito anche il più piccolo spuntino, per abituare l’organismo a «lavorare» in condizioni di riduzione della sazietà.
Secondo gli studi nazionali e internazionali ormai decennali, alimentarsi in modo intermittente fa parte di uno stile di vita sano». Le evidenze più solide riguardano il mantenimento di un corretto stato di salute delle cellule, a livello di tutti gli organi. Dal punto di vista metabolico, migliora molti indicatori di benessere, come: la sensibilità all’insulina, la circonferenza addominale (sovrappeso ed eccessivo accumulo di grasso viscerale), i livelli di pressione arteriosa, la frequenza cardiaca a riposo, i livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue. Inoltre, riduce l’aumento di radicali liberi e le reazioni di ossidazione a carico dei grassi (lipidi) legate allo sviluppo di depositi di grasso nelle arterie (aterosclerosi).
Valori elevati di glicemia nel sangue a digiuno sono maggiori di 100 mg/dl. Per la diagnosi di diabete è sufficiente un valore di glicemia a digiuno >126 mg/dl confermato in almeno due giornate differenti.
Il diabete mellito gestazionale è quello diagnosticato per la prima volta in gravidanza. Colpisce il 7-8% delle future mamme. Nel corso di tutta la gestazione è importante tenere sotto controllo la glicemia per minimizzare il rischio di complicanze per la madre e per il feto. Durante la gravidanza si considerano valori ottimali una glicemia <90 mg/dl a digiuno e <120 mg/dl dopo 1 ora dal pasto. Se non sono sufficienti una dieta adeguata e una costante attività fisica si ricorre a terapia insulinica. Nel 95% dei casi le pazienti guariscono dal diabete gestazionale dopo il parto.
Praticare il digiuno intermittente per stabilizzare la glicemia va fatto esclusivamente sotto controllo di un esperto in materia. Sono molte le complicazioni che possono verificarsi se si seguono diete rigide con una rilevante riduzione calorica. Per questo, il regime alimentare in questione non è adatto a tutti e non è raccomandabile ai bambini, ai ragazzi in fase in crescita, alle donne in gravidanza, agli anziani e ai malati cronici.
In generale, è importante ricordare che solo un rapporto con il cibo equilibrato e consapevole può far raggiungere e mantenere nel tempo uno stato di salute ottimale.
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