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Malattie e terapie 30 Ottobre 2024

Ictus, Iss: “Ecco quali sono i sintomi e cosa fare (subito)”  

L’ictus colpisce 12 milioni di persone nel mondo, eppure nove casi su 10 potrebbero essere evitati con la sola prevenzione. Il punto sulla malattia con gli esperti Iss

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All’ictus si può sopravvivere: mentre sette milioni di persone, nel mondo ogni anno, perdono la vita, altri cinque riescono a superare l’evento acuto. Ma per queste persone la vita non tornerà mai più come prima: il 75% di loro dovrà fare i conti con una qualche forma di disabilità. Eppure in nove casi su 10, compresi coloro che muoiono, l’ictus potrebbe essere evitato agendo sui principali fattori di rischio modificabili, come l’ipertensione o l’eccessivo consumo di sale.  “A questo proposito il 49% degli uomini e il 39% delle donne nel nostro paese ha livelli di pressione arteriosa elevati la quantità media di sale di sale consumato giornalmente è pari a 9,2 grammi negli uomini e 7,1 nelle donne (quella  raccomanda dall’Oms è meno di 5 grammi al giorno)”, spiegano gli esperti dell’Iss citando i dati raccolti nel 2023 dall’Istituto superiore di sanità nel contesto della periodica Italian Health Examination Survey – Progetto Cuore.

L’ictus

“L’ictus è il danno cerebrale provocato dall’interruzione dell’afflusso di sangue al cervello per l’ostruzione (ictus ischemico, la forma più frequente) oppure per la rottura di un vaso sanguigno (ictus emorragico) – spiega l’Iss che, in occasione della Giornata mondiale dell’Ictus, ha dedicato una pagina web all’argomento -. I neuroni privati dell’ossigeno e delle sostanze nutrienti trasportate dal sangue, iniziano rapidamente a morire, di conseguenza vengono meno le funzioni controllate dalla zona interessata dal mancato afflusso ematico, e compaiono i sintomi”.

I sintomi: come riconoscerli e cosa fare

Di fronte ad un sospetto di ictus mai perdere tempo: l’ictus è una patologia tempo-dipendente. Di conseguenza, più rapidamente si interviene e più neuroni si possono salvare dalla morte per mancanza di sangue. “L’efficacia massima si ottiene intervenendo entro 4,5-6 ore dall’esordio dei sintomi”, spiegano gli esperti dell’Iss elencando schematicamente quali sono i sintomi da attenzionare:

  1. improvvisa riduzione o perdita di motilità e di forza e/o improvvisi deficit sensitivi (formicolii, perdita di sensibilità) alla metà inferiore del viso (asimmetria della bocca, soprattutto quando il paziente prova a sorridere), al braccio e/o alla gamba di un lato del corpo
  2. improvvisa difficoltà nel parlare e/o nel capire altri che parlano
  3. improvvisi disturbi visivi a carico di un occhio o di entrambi
  4. improvvisa perdita di coordinazione dei movimenti, sensazione di vertigine, di sbandamento, cadute a terra
  5. improvviso mal di testa lancinante e inconsueto

“In caso di comparsa di uno o più di questi segnali – come indicato dal Ministero della salute – chiamare immediatamente il 118 o il 112 per il trasporto urgente al Pronto Soccorso di un Ospedale dove si eseguono le cure specialistiche per l’ictus (Stroke Unit)”.

I benefici della prevenzione

Le malattie del sistema circolatorio, che includono l’ictus (oltre alle malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie cardiache), rappresentano la prima causa di morte in Italia con il 30,8% di tutti i decessi nel 2021 (ultimo dato di mortalità disponibile). Per fortuna, negli ultimi anni il tasso di mortalità si è ridotto del 12% tra il 2017 e il 2021. “Questa riduzione della mortalità è stata favorita dal miglioramento dell’efficacia delle misure preventive, terapeutiche e assistenziali e riabilitative di queste patologie. E dei fattori di rischio”, sottolineano gli esperti dell’Iss.

I principali fattori di rischio

  • Ipertensione arteriosa
  • dislipidemie (valori aumentati di colesterolemia e/o di trigliceridemia)
  • sedentarietà/insufficiente attività fisica
  • tabagismo (fumo e uso di altri prodotti del tabacco e con nicotina)
  • scorretta alimentazione (non equilibrata e ipercalorica, ricca di grassi, zuccheri e di sale, povera di frutta e verdure)
  • sovrappeso e obesità
  • diabete mellito
  • fibrillazione atriale
  • cardiopatie (cardiopatia ischemica, cardiomiopatie, patologie delle valvole cardiache, forame ovale pervio, aneurisma del setto interatriale)
  • vasculopatie (lesioni ateromasiche dell’arco aortico, delle carotidi e dei vasi intracranici; aneurismi cerebrali)

 Le Campagna della World Stroke Organization

La campagna della World Stroke Organization (Wso) con il claim ‘Greater Than stroke – più forti dell’ictus’ quest’anno ha scelto di puntare sul potere coinvolgente dell’attività fisica per veicolare i messaggi di prevenzione dell’ictus.

Ecco le indicazioni per contrastare la sedentarietà:

  • ogni anno 1 milione di casi di ictus sono legati all’inattività fisica: con una adeguata quantità di movimento, si riduce il rischio di avere un ictus
  • sono sufficienti 30 minuti di esercizio cinque volte alla settimana per abbattere il rischio di ictus del 25%
  • praticare con regolarità l’esercizio fisico riduce diversi fattori di rischio, per esempio ipertensione, diabete, colesterolemia, depressione, stress
  • è importante essere attivi anche nelle azioni di tutti i giorni come camminare e utilizzare i mezzi pubblici invece dell’auto, fare le scale invece che prendere dell’ascensore.
  • oltre a mantenersi attivi, si raccomanda a tutti di puntare ad almeno 2 ore e mezza complessive di esercizio da moderato a intenso a settimana che possono essere distribuite come si preferisce
  • se non si è in forma o non si fa attività fisica da molto tempo, o si ha una condizione che aumenta il rischio di ictus, o se si stanno assumendo farmaci, è necessario parlare con il proprio medico prima di iniziare qualsiasi attività fisica regolare.

 

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