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L’ictus colpisce 12 milioni di persone nel mondo, eppure nove casi su 10 potrebbero essere evitati con la sola prevenzione. Il punto sulla malattia con gli esperti Iss
All’ictus si può sopravvivere: mentre sette milioni di persone, nel mondo ogni anno, perdono la vita, altri cinque riescono a superare l’evento acuto. Ma per queste persone la vita non tornerà mai più come prima: il 75% di loro dovrà fare i conti con una qualche forma di disabilità. Eppure in nove casi su 10, compresi coloro che muoiono, l’ictus potrebbe essere evitato agendo sui principali fattori di rischio modificabili, come l’ipertensione o l’eccessivo consumo di sale. “A questo proposito il 49% degli uomini e il 39% delle donne nel nostro paese ha livelli di pressione arteriosa elevati la quantità media di sale di sale consumato giornalmente è pari a 9,2 grammi negli uomini e 7,1 nelle donne (quella raccomanda dall’Oms è meno di 5 grammi al giorno)”, spiegano gli esperti dell’Iss citando i dati raccolti nel 2023 dall’Istituto superiore di sanità nel contesto della periodica Italian Health Examination Survey – Progetto Cuore.
“L’ictus è il danno cerebrale provocato dall’interruzione dell’afflusso di sangue al cervello per l’ostruzione (ictus ischemico, la forma più frequente) oppure per la rottura di un vaso sanguigno (ictus emorragico) – spiega l’Iss che, in occasione della Giornata mondiale dell’Ictus, ha dedicato una pagina web all’argomento -. I neuroni privati dell’ossigeno e delle sostanze nutrienti trasportate dal sangue, iniziano rapidamente a morire, di conseguenza vengono meno le funzioni controllate dalla zona interessata dal mancato afflusso ematico, e compaiono i sintomi”.
Di fronte ad un sospetto di ictus mai perdere tempo: l’ictus è una patologia tempo-dipendente. Di conseguenza, più rapidamente si interviene e più neuroni si possono salvare dalla morte per mancanza di sangue. “L’efficacia massima si ottiene intervenendo entro 4,5-6 ore dall’esordio dei sintomi”, spiegano gli esperti dell’Iss elencando schematicamente quali sono i sintomi da attenzionare:
“In caso di comparsa di uno o più di questi segnali – come indicato dal Ministero della salute – chiamare immediatamente il 118 o il 112 per il trasporto urgente al Pronto Soccorso di un Ospedale dove si eseguono le cure specialistiche per l’ictus (Stroke Unit)”.
Le malattie del sistema circolatorio, che includono l’ictus (oltre alle malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie cardiache), rappresentano la prima causa di morte in Italia con il 30,8% di tutti i decessi nel 2021 (ultimo dato di mortalità disponibile). Per fortuna, negli ultimi anni il tasso di mortalità si è ridotto del 12% tra il 2017 e il 2021. “Questa riduzione della mortalità è stata favorita dal miglioramento dell’efficacia delle misure preventive, terapeutiche e assistenziali e riabilitative di queste patologie. E dei fattori di rischio”, sottolineano gli esperti dell’Iss.
I principali fattori di rischio
Le Campagna della World Stroke Organization
La campagna della World Stroke Organization (Wso) con il claim ‘Greater Than stroke – più forti dell’ictus’ quest’anno ha scelto di puntare sul potere coinvolgente dell’attività fisica per veicolare i messaggi di prevenzione dell’ictus.
Ecco le indicazioni per contrastare la sedentarietà:
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