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Cosa dicono gli studi recenti sulla correlazione tra pillola contraccettiva ormonale e l’effetto collaterale più importante e pericoloso.
Le principali controindicazioni (che vanno sempre valutate insieme al medico) delle pillole contraccettive ormonali sono: sospetto di gravidanza; malattie dell’apparato cardiocircolatorio (pressione alta, trombosi, embolie, flebiti); diabete o una ridotta tolleranza agli zuccheri; alcune malattie dei reni e del fegato; alterazioni nel metabolismo dei grassi; tumori maligni dell’apparato genitale e della mammella.
Come spiegato nel corso di formazione FAD “Libere di scegliere: a ciascuna il giusto contraccettivo orale” (responsabile scientifico: Renato Cesare Cozzi, presidente Associazione Medici Endocrinologi), presente sulla piattaforma Consulcesi Club (4,5 crediti ECM), l’effetto collaterale più rischioso è la trombosi venosa profonda. Vediamo di cosa si tratta.
La trombosi venosa profonda rappresenta la formazione di un coagulo di sangue all’interno di una vena profonda dell’organismo che provoca un ostacolo parziale o totale al normale flusso ematico. Le sedi maggiormente coinvolte includono le grandi vene situate nella regione delle gambe e della coscia, ma la trombosi può manifestarsi anche all’interno di una grande vena localizzata nel braccio, nel collo o nell’addome. Tra le conseguenze più gravi di questa condizione, l’embolia polmonare costituisce un rischio significativo. Tale situazione si verifica quando un frammento del coagulo si separa e si sposta attraverso la circolazione sanguigna, giungendo al cuore destro e poi andando a ostruire uno o più vasi arteriosi nei polmoni. Questo accade quando le dimensioni di tali vasi diventano troppo strette per consentire il passaggio, provocando un’interruzione del flusso di sangue. La trombosi venosa profonda risulta essere più comune tra gli individui anziani, ma può colpire persone di qualsiasi fascia di età.
Studi clinici hanno dimostrato che i contraccettivi orali che contengono estrogeni naturali hanno un rischio di trombosi venosa profonda inferiore o al massimo uguale alla coppia etinilestradiolo-levonorgestrel (il primo un ormone semisintetico derivato da estrogeni naturali e il secondo un progestinico ad azione anti-estrogenica), ovvero la coppia associata al minor rischio trombotico.
Uno studio di popolazione condotto in Finlandia della durata di un anno ha osservato un numero molto elevato di pazienti che assumevano una terapia contraccettiva di qualsiasi genere e sono state messe a confronto con un campione altrettanto numeroso di donne che non assumevano alcuna terapia. Dopodiché è stata valutata l’incidenza di eventi trombotici. Il risultato è stato che le pazienti che assumevano contraccettivi con estrogeni naturali non avevano un incremento del rischio di trombosi venosa profonda rispetto a chi non le usava. Il rischio è minimo rispetto ad altri contraccettivi che contengono solo etinilestradiolo e non levonorgestrel. Anche gli studi di popolazione, dunque, confermerebbero che questi contraccettivi orali non incrementano il rischio trombotico rispetto alla coppia etinilestradiolo-levonorgestrel.
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