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Fumare tabacco resta una delle principali cause di morte al mondo. Quali sono le sostanze che fanno più male all’organismo e quali vantaggi dà smettere di fumare?
I fumatori nel mondo sono un miliardo e trecento milioni (dei quali l’80% vive in Paesi a basso e medio reddito). Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il fumo di tabacco causa il decesso di quasi la metà della popolazione che ne fa uso ed è responsabile ogni anno della morte di otto milioni di persone. Di queste, 7 milioni muoiono a causa del consumo diretto di tabacco, mentre la parte restante si tratta di non fumatori esposti al fumo passivo. Per quanto riguarda il nostro Paese, si calcola che in Italia i fumatori siano il 24,2% della popolazione totale (il dato più alto dal 2006). Ma perché i numeri relativi ai decessi da fumo sono così alti nonostante le tante evidenze scientifiche che hanno provato i danni causati dal tabacco? Quali sono le sostanze che fanno più male all’organismo e quali vantaggi dà smettere di fumare?
Nelle sigarette sono presenti diverse sostanze che, se assunte per troppo tempo e con continuità, possono far molto male alla salute. Vediamo le principali:
Di seguito i principali benefici dello smettere di fumare a seconda del periodo di astinenza:
Chi smette di fumare, inoltre, a 30 anni guadagna almeno 10 anni di vita attesa, a 40 ne guadagna 9, a 50 si passa a 6 e a 60 guadagna altri 3 anni di vita attesa.
Se smettere di fumare fosse facile, i dati sulla mortalità per patologie legate al fumo non sarebbero così alti. Spesso la volontà da sola non basta ed è per questo che esistono diversi ausili i cui benefici sono descritti nella letteratura scientifica: Nicotine Replacement Therapy (cerotti, gomme da masticare, compresse, inalatori, spray orali o nasali che rilasciano nicotina a velocità e concentrazioni differenti); Vareniclina e Bupropione (farmaci che agiscono a livello centrale per ridurre la dipendenza da nicotina); sigarette elettroniche con nicotina e senza nicotina (è possibile acquistare ricariche a concentrazioni variabili di nicotina, anche pari a zero); terapia comportamentale e counseling.
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Prima di tutto, cosa si intende con la parola “counseling”? Il counseling è un’attività di aiuto professionale che può risultare fondamentale per affrontare un particolare momento di vita in ogni tipo di ambito. Attraverso tale attività chi ne usufruisce può capire come fare per contrastare le difficoltà e migliorare le proprie condizioni di vita. Il “counselor”, ovvero il professionista che segue il cliente, ha come compito quello di aiutarlo a sfruttare (o far emergere) le sue potenzialità e superare eventuali “blocchi” che lo condizionano. Se ci limitiamo al solo ambito sanitario, dunque, il counseling ha come obiettivo quello di far affrontare al paziente i suoi disturbi (o, come nel caso del fumo, dipendenze) in maniera attiva e agevolare un’evoluzione positiva dei comportamenti che mettono a repentaglio il suo stato di salute. Restando sempre in ambito sanitario, il counselor può risultare molto utile nella prevenzione e nella promozione di comportamenti corretti e salutari e nel supporto ai pazienti nel corso della malattia.
Per quanto riguarda il counseling sanitario applicato alla cessazione del fumo, le principali linee guida raccomandano che gli interventi siano organizzati intorno a una struttura conosciuta come le 5 A: Ask, Advise, Assess, Assist, Arrange.
La prima attività (Ask) consiste nel domandare ai pazienti che si presentano in ambulatorio se sono fumatori; affrontare l’argomento con tutti, indipendentemente dalla natura della visita; registrare la condizione e la storia di fumatore tra i dati del paziente; rinforzare la scelta di chi ha smesso di fumare ed evidenziane i vantaggi; utilizzare il test di Fagerstrom per valutare il grado di dipendenza da nicotina.
L’attività denominata Advise consiste invece nel raccomandare a tutti i fumatori di smettere di fumare; dare al soggetto materiale di supporto, come opuscoli o manuali; fare in modo che il soggetto percepisca il professionista come alleato; evitare conflitti di qualsiasi tipo (psicologici o verbali); aiutarlo a trovare le giuste e personali motivazioni per smettere; accettare di parlare anche degli aspetti piacevoli del fumare; far osservare i vantaggi estetici, economici e affettivi; Sottolineare che cessare di fumare può aiutare a prevenire malattie gravi.
Passando poi all’attività chiamata Assess, è necessario accertarsi che il soggetto voglia effettivamente smettere; nel caso in cui non fosse intenzionato a farlo, dedicargli del tempo per invogliarlo a smettere; se invece ha intenzione di smettere, approfittarne per fornirgli consigli comportamentali e proporgli di tornare entro 2 settimane.
Prima di arrivare all’Arrange (ovvero la pianificazione vera e propria del follow up), si deve passare per la fase Assist, che consiste nel concordare con il soggetto una strategia per aiutarlo a smettere; insegnare a riconoscere i sintomi da astinenza nicotinica; proporre la terapia farmacologica a chi fuma più di dieci sigarette al giorno o che risultino fortemente dipendenti al test di Fagerstom (con un punteggio uguale o maggiore a 5).
È da poco online, sulla piattaforma Consulcesi Club, il corso di formazione ECM “Fumo e nicotina: fattori di rischio per la salute orale”. Il corso tende ad affrontare le problematiche legate al consumo di tabacco a livello del cavo orale e analizza le attuali evidenze scientifiche legate al binomio fumo e salute orale/gengivale. Vengono poi analizzati diversi aspetti di counseling sanitario e messe in rassegna le evidenze scientifiche relative ai nuovi dispositivi (sigarette elettroniche o strumenti a tabacco riscaldato).
Particolare risalto viene dato all’importanza del lavoro del team odontoiatrico, il quale può giocare un ruolo molto importante nella prevenzione dell’abitudine al fumo. Esistono infatti diverse evidenze scientifiche che suggeriscono come gli interventi in questo ambito siano efficaci e poco costosi, con un guadagno in salute nel breve periodo e, a lungo termine, con una importante riduzione delle spese di assistenza per le patologie correlate al fumo.
Responsabile scientifico del corso è Paolo G. Arduino, professore associato di Malattie Odontostomatologiche all’Università di Torino e dirigente medico di primo livello presso la Dental School di Torino.
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