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Stanchezza, mal di testa, colorito pallido ma anche irritabilità e scarsa concentrazione. Ecco i sintomi della mancanza di ferro
Questa condizione colpisce un terzo della popolazione mondiale – soprattutto donne in età fertile e i bambini sotto i 5 anni – eppure ancora ampiamente trascurata e sotto diagnosticata, in gran parte proprio per la difficoltà a riconoscerne me manifestazioni. Vediamo quali sono i sintomi della carenza di ferro.
Stanchezza, frequenti mal di testa, fiato corto, colorito pallido, capelli e unghie fragili. E non solo. Anche irritabilità, scarsa concentrazione, maggiore esposizione alle infezioni. Sintomi apparentemente slegati tra loro ma che invece possono avere una causa comune: la mancanza di ferro.
La Giornata della Carenza di Ferro (Iron Deficiency Day) si celebra ogni anno il 26 novembre ed è l’occasione per sensibilizzare la popolazione sull’importanza di riconoscere tempestivamente i campanelli d’allarme e parlarne con il medico di fiducia. In Europa, il deficit interessa oltre il 30% della popolazione femminile, fino al 77% delle donne in gravidanza e al 48% dei bambini. Anche chi soffre di patologie croniche infiammatorie è particolarmente a rischio: si stima che ne siano affetti fino al 61% dei pazienti con scompenso cardiaco, fino all’85% dei pazienti con insufficienza renale cronica e fino al 90% dei pazienti con malattie croniche intestinali.
Il ferro è un oligoelemento essenziale per la vita: interviene nella produzione dei globuli rossi, rafforza il sistema immunitario e garantisce la resistenza alle malattie. Si trova, inoltre, nel sistema nervoso centrale dove interviene nei processi enzimatici chiave per la sintesi di neurotrasmettitori come la dopamina – che stimola la motivazione, il piacere, il controllo dei muscoli – e la serotonina – che regola il tono dell’umore.
«Quando le riserve di ferro nell’organismo diventano scarse ne risentono il metabolismo, il benessere psico-fisico, il desiderio sessuale, la produttività – afferma la Dottoressa Elisa Nescis, Ematologa presso l’Ospedale Cardinale Panico di Tricase, Lecce – . Nei bambini – prosegue – la carenza può indurre disturbi della performance cognitiva, motoria e del comportamento. Durante la gravidanza, l’aumentato fabbisogno di ferro per lo sviluppo del feto e della placenta può portare l’anemia nella donna, vera e propria patologia derivante da un deficit importante e prolungato, che a sua volta aumenta il rischio di parto prematuro e di basso peso del bambino alla nascita».
Oltre all’aumentato fabbisogno fisiologico dovuto alla crescita (gravidanza, infanzia e adolescenza), la carenza di ferro può essere causata, nelle donne, da perdite eccessive di sangue (cicli mestruali abbondanti, insufficienza renale cronica, scompenso cardiaco malattie croniche intestinali). Incide, anche un apporto nutrizionale non adeguato, derivante dallo scarso consumo di alimenti ricchi in ferro.
«C’è ancora una scarsa consapevolezza del problema e un grande bisogno di informazione sui possibili gravi rischi per la salute causati dalla carenza di ferro. Riconoscere i sintomi e rivolgersi al proprio medico di fiducia è il primo passo per una diagnosi corretta e l’impostazione di una cura appropriata» dichiara il Professor Maurizio Volterrani, Primario di Cardiologia presso l’Ospedale IRCCS San Raffaele Pisana, Roma. «Intervenire tempestivamente per correggere la carenza rappresenta un obiettivo fondamentale, anche alla luce delle diverse strategie terapeutiche che consentono di far fronte al problema: dalla modifica della dieta, all’assunzione di preparati a base di ferro per via orale, alla somministrazione di terapie iniettive quando i farmaci orali sono mal tollerati» conclude il professore.
La diagnosi di carenza di ferro viene effettuata con un semplice esame del sangue che misura:
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