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«Pochi nutrienti e troppi grassi e zuccheri». È cosi che Domenico Alvaro, gastroenterologo, descrive il “cibo spazzatura”. Perché si chiama così? «Dovrebbe finire nella pattumiera, piuttosto che nel nostro stomaco». Hamburger, wurstel, hot dog, patate fritte, bibite gassate. O più semplicemente, “cibo spazzatura”. Un’espressione coniata già nel 1951 da Michael F. Jacobson, uno scienziato americano, […]
«Pochi nutrienti e troppi grassi e zuccheri». È cosi che Domenico Alvaro, gastroenterologo, descrive il “cibo spazzatura”. Perché si chiama così? «Dovrebbe finire nella pattumiera, piuttosto che nel nostro stomaco».
Hamburger, wurstel, hot dog, patate fritte, bibite gassate. O più semplicemente, “cibo spazzatura”. Un’espressione coniata già nel 1951 da Michael F. Jacobson, uno scienziato americano, sostenitore della sana nutrizione ed ancora oggi utilizzata per indicare gli alimenti meno salutari presenti sul mercato.
«Il cibo spazzatura ha un bassissimo valore nutrizionale ed un elevato contenuto di grassi e zuccheri, entrambi pericolosi per la salute. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un repentino aumentano proprio delle malattie causate dall’eccesso di grassi. Prima fra tutte la steatosi epatica, dovuta ad un accumulo di grasso nel fegato». È Domenico Alvaro, professore di gastroenterologia dell’università la Sapienza di Roma, presidente della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva (Sige), a sottolineare l’importanza di sani comportamenti a tavola e non solo. «Avere delle cattive abitudini alimentari, spesso fin da bambini – ha spiegato Alvaro – mette seriamente a rischio le funzioni gastrointestinali dell’organismo e, più in generale, la nostra salute».
Presidente, quali sono le malattie gastrointestinali più diffuse?
«Reflusso gastroesofageo e disturbi funzionali addominali sono le patologie più comuni del tubo digerente. Fegato e vie biliari, invece, sono colpiti soprattutto da calcolosi della colicisti e dalle malattie da accumulo di grasso. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad preoccupante aumento della steatosi epatica (comunemente detta fegato grasso)».
È possibile identificare le cause scatenanti di queste patologie e soprattutto del loro aumento?
«Le motivazioni delle malattie da reflusso o dei disturbi funzionali addominali, purtroppo, non si conoscono. Per fortuna, però, queste patologie sono oggi facilmente gestibili dallo specialista, nonostante non possa intervenire direttamente sulle cause. Conosciamo, invece, tutto sui fattori che scatenano e determinano lo sviluppo della calcolosi della colicisti o che portano all’accumulo di grasso nel fegato. Si tratta di stili di vita non corretti che, purtroppo, si acquisiscono sin dall’età pediatrica e tendono poi a determinare delle condizioni patologiche con il progredire dell’età».
Correggere gli stili di vita può essere un’utile prevenzione?
«Anche un’ottima cura, per la steatosi epatica. Mantenere un peso corporeo adeguato e fare esercizio aerobico in maniera regolare sono in assoluto le due strategie migliori per evitare che si sviluppi questa patologia. Ma è dimostrato che, anche quando la malattia ha già fatto la sua comparsa, seguire questi stessi consigli permette la regressione dell’accumulo di grasso nel fegato. Insomma, per imparare a mangiar sano non è mai troppo tardi».