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Il professor Claudio Ronco (nefrologo): «In generale, meglio moderare l’assunzione di proteine per evitare uno stress del rene che, a lungo termine, può portare a un danno cronico permanente»
Il rene policistico dell’adulto è una delle malattie genetiche più comuni con un’incidenza di 1 su 1000. Si tratta della più comune forma di malattia renale cistica e rappresenta, nel mondo, la causa di malattia renale cronica terminale nel 7-10% dei pazienti. Nel suo decorso, i pazienti sviluppano cisti in entrambi i reni che aumentano in numero e dimensioni durante la vita fino a causare la perdita totale di funzionalità renale.
La maggior parte degli studi sono concentrati sull’approccio farmacologico per rallentare la progressione della malattia ma la Terapia Nutrizionale rappresenta attualmente un aspetto cruciale: meno proteine animali e sale a vantaggio di verdure, frutta e acqua, è la chiave di volta per rallentare la progressione della malattia renale cronica.
Una regola che resta valida per tutti, anche in assenza di malattia «l’eccesso di proteina -spiega il professor Claudio Ronco (nefrologo) ai microfoni di Sanità Informazione – porta a uno stress del rene e il rene viene affaticato e, a lungo termine, questo può portare a un danno cronico permanente».
Meglio dunque calibrare una sana dieta mediterranea ed evitare eccessi di proteine, fenomeno in crescita soprattutto tra i giovani per migliorare l’aspetto fisico. «Le diete iperproteiche e anche l’assunzione di prodotti iperproteici per aumentare la massa muscolare in palestra e con la ginnastica è un’abitudine assolutamente deleteria – afferma il professore – . Non c’è niente di meglio di una dieta mediterranea equilibrata, che eviti anche l’eccesso calorico, poiché anche l’obesità produce effetti importanti a livello renale ma, a lungo termine, se ben calibrata su proteine, carboidrati e grassi, produce un buon equilibrio sia per il cuore sia per i vasi e reni».