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È un disordine funzionale gastrointestinale che colpisce il 10-15% della popolazione adulta italiana, soprattutto le donne tra i 20 e i 50 anni. Parliamo della IBS, Infiammatory Bowel Diseases, meglio conosciuta come sindrome del colon irritabile, che si verifica quando l’intestino non svolge in maniera ottimale la sua funzione digestiva. Quali sono le manifestazioni più […]
È un disordine funzionale gastrointestinale che colpisce il 10-15% della popolazione adulta italiana, soprattutto le donne tra i 20 e i 50 anni. Parliamo della IBS, Infiammatory Bowel Diseases, meglio conosciuta come sindrome del colon irritabile, che si verifica quando l’intestino non svolge in maniera ottimale la sua funzione digestiva.
Crampi, meteorismo, dolore e gonfiore addominale che si possono accompagnare a stipsi o diarrea ma anche debolezza e affaticamento. La sindrome del colon irritabile sia associa all’alterazione della funzione intestinale con una variazione nella frequenza delle emissioni di feci – a volte i sintomi migliorano dopo l’evacuazione – e arriva a compromettere in maniera rilevante la qualità di vita del paziente. Spesso, infatti, chi soffre di questo disturbo lamenta emicrania, ansia, depressione, fatica cronica, cistite e problemi nella sfera sessuale. L’andamento è cronico ma le manifestazioni tendono a riacutizzarsi in concomitanza di eventi stressanti di tipo fisico – interventi chirurgici, infezioni virali o batteriche – o di tipo psichico (stress, separazioni, lutti).
Negli ultimi anni, per ridurre e gestire i disturbi provocati dalla sindrome dell’intestino irritabile, è stata proposta una dieta a basso contenuto di carboidrati fermentabili, i cosiddetti Fodmap, acronimo di Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols. Si tratta di zuccheri largamente presenti nella nostra dieta, molto aggressivi nelle persone che hanno appunto questa problematica. Dai dati emersi da uno studio australiano pubblicato su Gastroenterology è emerso che chi consumasse pochi Fodmap a tavola, rilevasse sintomi del disturbo decisamente attenuati. La dieta deve essere seguita sotto stretto controllo del medico di famiglia o del gastroenterologo.
Ecco una lista di cibi “proibiti” per chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile.
Molti di questi prodotti sono ricchi in fibre vegetali che accelerano il transito intestinale e promuovono un effetto lassativo. I Fodmap favoriscono l’insorgenza di stati di fermentazione nell’intestino; è per questo che chi ha il colon irritabile dovrebbe eliminarli per 21 giorni per 6-8 settimane e poi gradualmente reintrodurli.
Cosa mangiare dunque? Gli alimenti consentiti sono:
Una dieta povera di Fodmap, infatti, si è rivelata efficace anche per combattere i sintomi della gluten sensitivity, la sensibilità al glutine non celiaca. Molti dei casi diagnosticati di sindrome del colon irritabile, potrebbero essere invece ricondotti a questa condizione.
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