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Il cardiologo: “Il valore del colesterolo ‘cattivo’ LDL dovrebbe scendere sotto i 70 milligrammi per decilitro in prevenzione primaria e sotto i 55 milligrammi per decilitro in prevenzione secondaria, cioè dopo un evento come un infarto”
“Fino ad alcuni anni fa si parlava dell’eccesso di colesterolo come un fattore di rischio cardiovascolare, in realtà è il determinante essenziale dell’aterosclerosi (una condizione patologica caratterizzata da alterazioni della parete delle arterie, che perdono la propria elasticità a causa dell’accumulo di calcio, cellule infiammatorie, materiale fibrotico e, appunto, colesterolo, ndr). Senza il colesterolo non c’è aterosclerosi. È, pertanto, realmente importante fare prevenzione: controllare il proprio tasso di colesterolo è essenziale”. A mettere in guarda dai danni che può causare un’eccesso di colesterolo nel sangue è il professore Antonino Granatelli, direttore dell’Unità Operativa Complessa Cardiologia dell’ospedale Sandro Pertini Asl Roma 2, che nei prossimi giorni sarà impegnato, presso lo stesso reparto che dirige, nella campagna di sensibilizzazione sul colesterolo ‘cattivo ‘, “Da quote a cuore”. La tappa al Sandro Pertini di Roma è fissata per martedì 10 dicembre 2024 dalle 9 alle 18.30, previa prenotazione (qui).
Ridurre i livelli di colesterolo è, dunque, ancora una sfida: “Il valore del colesterolo ‘cattivo’ LDL dovrebbe scendere sotto i 70 milligrammi per decilitro in prevenzione primaria e sotto i 55 milligrammi per decilitro in prevenzione secondaria, cioè dopo un evento come un infarto. Inoltre, è importante ricordare che senza una buona aderenza alla terapia farmacologica prescritta dagli specialisti, un paziente su cinque tra le vittime di infarto, rischia di incorrere in un secondo evento drammatico entro lo stesso anno. Per i pazienti ad alto-altissimo rischio, cioè che hanno subito più procedure, hanno avuto più infarti o interventi importanti con il bypass orto coronarico o interventi vascolari, il valore del colesterolo ‘cattivo’ LDL deve addirittura scendere al di sotto dei 40 milligrammi per decilitro”.
Le campagne di sensibilizzazione sono molto importanti, “essenzialmente per due motivi – aggiunge il professore -. Il primo perché permettono ai cittadini di conoscere il problema, il secondo perché gli specialisti coinvolti cercano sempre di più di essere incisivi nel coinvolgere non soltanto i pazienti che già hanno ricevuto una diagnosi, ma tutta quella quota di popolazione che in realtà, vedendo i valori del colesterolo sulle analisi del sangue, non dà il giusto peso a questo ‘killer nascosto’. Un killer che non dà una sintomatologia evidente, se non quando si palesa con un’ischemia importante al miocardio, quindi del cuore, o con altre e gravi malattie cardiovascolari, per esempio con l’ictus, oppure con altre patologie di cui diventa un cofattore estremamente importante. Non bisogna dimenticare che in medicina l’aritmetica non funziona. Sommare, ad esempio, una malattia legata al tasso di colesterolo, più il fumo di sigaretta e il diabete, non serve a nulla. In questo caso non è vero che ‘1+1+1’ è uguale a 3. Dobbiamo ragionare per curve logaritmiche. I nostri valori sono tutti esponenziali. 1+1 può fare tre, ma può fare anche 5 – aggiunge lo specialista -. Per questo, è fondamentale cercare di eliminare in modo assoluto almeno quelli che sono i fattori di rischio fondamentali. Anche se ripeto e ribadisco fortemente che, nel caso del colesterolo LDL in eccesso, non parliamo di fattore di rischio, ma di un elemento essenziale per la progressione della malattia sclerotica”.
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