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Dopo una primavera avara di sole, tutta insieme, è scoppiata l’estate. E con lei i primi “bagni di sole”. I medici sono concordi nel sostenere che esporsi ai raggi solari fa bene all’umore ed è indispensabile alla vita e al corretto metabolismo dell’organismo di bambini e adulti. Attenzione però alla quantità e al tempo. Il […]
Dopo una primavera avara di sole, tutta insieme, è scoppiata l’estate. E con lei i primi “bagni di sole”. I medici sono concordi nel sostenere che esporsi ai raggi solari fa bene all’umore ed è indispensabile alla vita e al corretto metabolismo dell’organismo di bambini e adulti. Attenzione però alla quantità e al tempo. Il sole “preso” male non solo scatena i radicali liberi e invecchia la pelle, ma ci espone a malattie molto gravi. Cautela anche se si assumono farmaci: possono interagire con il sole e dare reazioni. E ancora: quale filtro protettivo devo usare, a seconda della pelle che ho? Ecco tutte le precauzioni e i consigli, della Sitox (Società Italiana di Tossicologia) per godere senza timori la bella stagione.
Esporsi al sole, ma nel modo giusto, è importante per la sintesi della vitamina D, fondamentale per l’organismo. Il sole irraggia una grande quantità di energia nello spazio sotto forma di radiazione elettromagnetica a diverse lunghezze d’onda, tuttavia solo una piccola quantità raggiunge la superficie terrestre. Gli UV-C non raggiungono di norma la superficie terrestre perché assorbiti dall’ozono e se così non fosse causerebbero danni al DNA e alle proteine. I raggi UV-B invece svolgono un ruolo importantissimo perché sono in grado di trasformare il precursore della vitamina D (7-deidrocolesterolo), sintetizzato dall’organismo, in colecalciferolo (vitamina D). Essa è indispensabile per supportare un efficiente assorbimento intestinale dei due minerali fondamentali per la formazione delle ossa e dei denti, ossia il calcio e il fosfato. Un deficit di vitamina D si manifesta con il rachitismo nei bambini (deformazioni scheletriche dovute ad una difettosa mineralizzazione) e con una patologia metabolica (osteomalacia) negli adulti a carico delle ossa, a cui sottrae minerali rendendole più suscettibili a dolori, malformazioni e fratture.
Le UV-B sono le radiazioni più energetiche, si diffondono solo negli strati più superficiali della pelle, nell’epidermide, e sono le principali responsabili del fenomeno dell’eritema solare (una manifestazione infiammatoria della cute, che può svilupparsi in seguito a eccessive e prolungate esposizioni al sole. I “raggi” UV-B possono quindi causare anche un aumentato rischio di sviluppare macchie cutanee e lesioni preneoplastiche. I raggi UV-A rappresentano la maggior porzione dei raggi UV e sono responsabili delle reazioni fotosensibilizzanti. Essi possono penetrare in profondità, fino al derma, stimolando la formazione di radicali liberi che danneggiano alcune strutture come il collagene e le fibre elastiche, provocando rughe e invecchiamento cutaneo. Gli UV-A sono implicati non solo nei processi di fotoinvecchiamento e fotodermatosi ma anche di fotosensibilizzazione (fotoallergia) nei confronti di alcuni farmaci e di fototossicità. Quest’ultima comprende tre diversi eventi fotochimici: fotochemiotossicità (una risposta cellulare abnorme alle radiazioni nello spettro del visibile o UV in presenza o in assenza di una sostanza chimica), fotoallergia (reazione di fotosensibilizzazione con coinvolgimento del sistema immunitario) e fotocancerogenesi (reazione cutanea caratterizzata dall’invecchiamento cutaneo e possibili lesioni pre-maligne e maligne).
Le radiazioni UV, specialmente le UV-B sono potenzialmente tossiche per i tessuti, particolarmente per la cute e gli occhi. Ma solo potenzialmente, in quanto con un’esposizione (dose) equilibrata al sole e con le protezioni solari adeguate si possono evitare le modificazioni degenerative responsabili degli effetti sopraccitati.
L’utilizzo dei prodotti per la protezione solare è estremamente utile in quanto protegge la pelle dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli oppure riflettendoli in base ai filtri solari che contengono. I filtri fisici (ZnO, TiO2) riflettono le radiazioni, mentre invece i filtri chimici li assorbono, spegnendo, in modo selettivo, le radiazioni UV-A e UV-B. È importante scegliere i prodotti per la protezione solare in base alle caratteristiche del filtro. La prima caratteristica da controllare è il fattore di protezione solare (SPF) che indica la quantità in particolare di radiazioni UV-B “fermate” dal filtro solare: un SPF 6 lascerà passare un sesto delle radiazioni UV-B, mentre un SPF 50 ne lascerà passare solo un cinquantesimo.
Più è alto il numero, meno UV-B interagiscono con le cellule della cute. Secondo il proprio fototipo di pelle va scelto il prodotto più appropriato. Per esempio, si deve ricorrere a un fattore molto elevato (50+ o schermo totale) in caso di pelli molto chiare e capelli rossi o biondi (fototipo 1) fino a un SPF basso, tra il 10 e il 6, indicato per individui con capelli scuri e carnagione olivastra (fototipo 5) o capelli scurissimi e pelle scura (fototipo 6). Infine, è importante prestare attenzione anche a un’altra caratteristica del filtro, ovvero l’efficacia sia contro i raggi UV-B sia contro gli UV-A, che deve essere chiaramente indicata sulla confezione. È importante tenere presente che la dose (la quantità di raggi assorbiti) è l’elemento determinante la risposta biologica, che può corrispondere a un effetto avverso/tossico, perché una elevata esposizione ai raggi solari è causa di infiammazione anche in individui appartenenti a popolazioni africane di carnagione nera.