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Il Glaucoma Dall’8 al 14 marzo si celebra la Settimana mondiale di prevenzione del glaucoma, una patologia degenerativa che generalmente coinvolge entrambi gli occhi determinando danni permanenti al nervo ottico, che nel tempo possono portare a ipovisione e cecità. Fattori di rischio Il fattore di rischio più importante è la pressione oculare elevata, ma in […]
Dall’8 al 14 marzo si celebra la Settimana mondiale di prevenzione del glaucoma, una patologia degenerativa che generalmente coinvolge entrambi gli occhi determinando danni permanenti al nervo ottico, che nel tempo possono portare a ipovisione e cecità.
Il fattore di rischio più importante è la pressione oculare elevata, ma in un terzo dei casi viene osservato in pazienti con pressione oculare normale. Il soggetto può andare incontro a una progressiva riduzione del campo visivo fino alla visione cosiddetta “tubulare” che dà l’impressione di guardare attraverso un cono, perché si riesce a vedere solo una piccola parte di ciò che si ha davanti.
Non esiste una cura definitiva, ma la patologia può solo essere rallentata. Non è raro che le persone non si accorgano, anche per lungo tempo, di esserne affette e arrivino dall’oculista quando la situazione è ormai già compromessa. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il 50% dei pazienti non sa di averlo perché si arriva tardi alla diagnosi. I controlli oculistici periodici sono fondamentali.
Le persone affette da glaucoma perdono autonomia e autosufficienza. Le persone oltre i 60 anni sono le più colpite ma il glaucoma può insorgere anche tra i più giovani.
«A tutt’oggi nuove armi nella terapia medica del glaucoma non sono ancora state introdotte in Italia – riferisce Stefano Miglior, presidente dell’AISG (Associazione Italiana per lo Studio del Glaucoma). Abbiamo a disposizione una significativa batteria di molecole che, in mono-terapia o terapia combinata, permettono di gestire un numero elevato di pazienti. Ricordiamo i derivati delle prostaglandine, i beta-bloccanti, gli alfa-stimolanti, gli inibitori dell’anidrasi carbonica, tutti utilizzabili sotto forma di collirio. All’orizzonte sono in arrivo due classi di molecole, gli inibitori delle Rho -Kinasi e l’ossido nitrico. La prima – spiega il presidente – permetterebbe di ottenere una riduzione della pressione oculare nell’ordine del 25% rispetto ai valori basali. La seconda permetterebbe di ottenere una riduzione della pressione oculare grazie alla diretta attivazione del deflusso trabecolare, ma a tutt’oggi non sembra che verrà sviluppata come mono-terapia, piuttosto in associazione al Latanoprost, con cui ha dimostrato di poter ottenere un additivo abbassamento pressorio di circa 1 mmHg rispetto a quanto ottenibile dal Latanoprost in mono-terapia. Verosimilmente – afferma Stefano Miglior – queste due nuove possibilità terapeutiche verranno introdotte in Italia per la fine di quest’anno o per l’anno prossimo, ma è corretto e prudente non dare indicazioni precise date le note difficoltà di ordine registrativo per i nuovi farmaci».
La diagnosi precoce è basata esclusivamente su 3 fattori:
– Disponibilità dell’individuo sano a sottoporsi a visite oculistiche di controllo ripetute nel tempo (se l’individuo è a conoscenza di parenti stretti affetti da glaucoma, farebbe bene a cominciare a farsi visitare già in età giovanile).
– Esperienza del clinico oculista che visita il presunto paziente.
– Corretta interpretazione dei risultati degli esami di riferimento (Campo Visivo ed OCT) in rapporto ai dati clinici osservati sul presunto paziente (valutazione della papilla ottica, della pressione oculare e di altri dati qui non riportati per esigenza di sintesi).
Ecco le raccomandazioni dell’AISG ai fini di una pronta e corretta diagnosi di glaucoma o di rischio di poter sviluppare glaucoma e ai fini di una migliore gestione della malattia:
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