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«Stiamo vivendo una delle più gravi emergenze sanitarie non solo del nostro Paese ma del mondo intero e l’attenzione di tutti è giustamente focalizzata sul Covid-19 – comunica A.L.I.Ce. Italia ODV (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) – ma siamo consapevoli che le persone colpite da ictus debbano in ogni caso continuare ad avere percorsi […]
«Stiamo vivendo una delle più gravi emergenze sanitarie non solo del nostro Paese ma del mondo intero e l’attenzione di tutti è giustamente focalizzata sul Covid-19 – comunica A.L.I.Ce. Italia ODV (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) – ma siamo consapevoli che le persone colpite da ictus debbano in ogni caso continuare ad avere percorsi diagnostici e terapeutici efficienti ed efficaci».
«L’ictus cerebrale – spiega A.L.I.Ce. Italia – nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Quasi 150.000 italiani ne vengono colpiti ogni anno e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche grave. In Italia, le persone che hanno avuto un ictus e sono sopravvissute, con esiti più o meno invalidanti, sono oggi circa 1 milione, ma il fenomeno è in crescita sia perché si registra un invecchiamento progressivo della popolazione sia per il miglioramento delle terapie attualmente disponibili».
«E’ importante che, in questi giorni, non si verifichi alcun calo degli accessi al Pronto Soccorso in chi manifesta sintomi che possono essere “campanelli d’allarme” di questa patologia – spiega la Federazione di associazioni di volontariato diffuse in tutt’Italia – dato che si teme che le persone, pur riconoscendo i sintomi, tardino a rivolgersi al 112 per paura di essere infettate in ospedale dal Coronavirus».
«Come ben sappiamo però – dichiara la Dottoressa Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia ODV – l’ictus è una patologia tempo-correlata: i risultati positivi che possono essere ottenuti grazie alla disponibilità delle terapie disponibili (trombolisi e trombecromia meccanica) dipendono, infatti, dalla precocità con cui si interviene. E’ dunque fondamentale riconoscere il prima possibile i sintomi e chiamare immediatamente il 112 in modo da poter arrivare velocemente in Ospedale. In questo modo è infatti possibile ridurre il rischio di mortalità, ma soprattutto gli esiti di disabilità, spesso invalidanti, causati da questa malattia».
Ecco i sintomi che vanno riconosciuti tempestivamente:
«Se compare anche uno solo di questi sintomi – raccomanda A.L.I.Ce. Italia – è necessario chiamare subito il 112 in quelle regioni dove è attivo il numero unico di emergenza (o il 118) perché è fondamentale portare la persona nei centri organizzati per il trattamento, cioè le Unità Neurovascolari (Centri Ictus – Stroke Unit).
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