Salute, benessere e prevenzione
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Le lenti a contatto rappresentano un’enorme comodità ma possono presentare alcuni inconvenienti. L’esperto: «Alcuni microrganismi possono far danni tali da rendere necessario trapianto di cornea»
Una svolta e una comodità spesso irrinunciabile nella vita dei miopi: parliamo delle lenti a contatto, che da decenni ormai rappresentano per oltre quattro milioni di persone in Italia l’alternativa agli occhiali, considerati talvolta antiestetici o scomodi. Tutti i portatori seriali di lentine tendono a conoscere le regole di sicurezza e di igiene basilari per indossarle senza rischi per la salute. Tuttavia ci sono alcune attività quotidiane, estremamente comuni e apparentemente “al di sopra di ogni sospetto” che invece sono incompatibili con l’indossare le lenti a contatto.
Abbiamo approfondito la questione con il professor Vincenzo Orfeo, Direttore dell’Unità Operativa di Oculistica della Clinica Mediterranea di Napoli, e Segretario nazionale AICCER (Associazione Italiana Chirurgia Cataratta e Refrattiva).
«Bisogna partire dal presupposto che mentre gli occhiali poggiano sul naso – spiega Orfeo – le lenti a contatto vanno ad insistere sulla superficie oculare, navigando su un sottile strato lacrimale. Motivo per cui prima di decidere di utilizzarle è necessario sottoporsi a visita oculistica soprattutto per verificare che ci sia una sufficiente lacrimazione e che non ci siano allergie specifiche. Le lenti a contatto rappresentano da un lato una enorme comodità, dall’altro possono presentare alcuni inconvenienti».
«Il consiglio è di aumentare gradualmente le ore di uso – prosegue lo specialista – evitando comunque di indossarle per troppe ore di fila così da permettere agli occhi di respirare. Tenere le lentine dalla mattina fino alla sera, addirittura dormire con le lentine indosso, significa far aumentare molto il rischio di contrarre infiammazioni o infezioni. La nostra produzione di lacrime dipende dagli stimoli esterni. È chiaro che quindi ad occhi chiusi la produzione di lacrime si riduce, e se a questo aggiungiamo il fatto che sulle lenti a contatto possono aderire germi patogeni è evidente che i rischi aumentano».
C’è poi il problema dell’acqua corrente a contatto con le lentine, che rende assolutamente sconsigliabile farsi la doccia, anche con acqua potabile, con indosso le lenti a contatto. «Il fatto che l’acqua sia potabile non significa che sia sterile – sottolinea l’oculista – perché potrebbe comunque contenere microrganismi come batteri, protozoi, amebe che non sono dannosi se ingeriti perché vengono neutralizzati dal nostro apparato digerente, ma sono pericolosi se entrano in contatto con le lentine. Questo perché possono inserirsi tra la lente e la superficie oculare provocando conseguenze spesso drammatiche per l’occhio. La presenza della lente a contatto, in questi casi, purtroppo ha un effetto “anestetico”, tendendo a mitigare i fastidi che questi microrganismi apportano nelle fasi iniziali. E questo è un problema – osserva – perché il soggetto si rende conto dell’infezione in corso quando ormai è tardi, quando il danno all’epitelio corneale è già in essere. Parliamo di danni come ad esempio l’ulcera corneale oppure di cheratiti dovute all’Acanthamoeba o alla Pseudomonas aeruginosa che in casi gravi possono richiedere un trapianto di cornea. Insomma – ammonisce – è molto importante non sottovalutare i rischi e le possibili conseguenze di una scarsa prudenza. Soprattutto, alle prime avvisaglie di fastidi all’occhio, rivolgersi subito all’oculista di fiducia o al Pronto Soccorso, perché a volte iniziare una terapia antibiotica tempestiva è l’unico modo per salvarsi la vista».
«Non dobbiamo certo demonizzare le lenti a contatto – specifica Orfeo – ma occorre comunque tenere presente che in caso di miopia stabilizzata ed età adeguata, un intervento di chirurgia refrattiva presenta comunque meno controindicazioni rispetto all’uso delle lenti a contatto per molti anni di seguito. Proprio in questi ultimi casi, per altro, possono aversi fenomeni di sopravvenuta intolleranza alle lenti a contatto: il soggetto non riesce più a indossarle, ed è quindi di fatto “costretto” a ritornare agli occhiali o a ricorrere alla chirurgia refrattiva».
«Sicuramente nella scelta è importante sottolineare il fatto che da un punto di vista igienico la lente usa e getta ha molte meno possibilità di essere portatrice di microrganismi pericolosi – spiega Orfeo -. Viceversa, la lentine mensili o quindicinali, necessitano di una accurata detersione, disinfezione, e conservazione con i prodotti specifici, ma, inevitabilmente, esiste il rischio di non riuscire ad eliminare completamente qualche germe eventualmente presente, facendolo entrare quindi in contatto con i nostri occhi per giorni e giorni – conclude – con le conseguenze di cui abbiamo accennato».
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