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Cos’è la meningite? Il Ministero della salute ha formulato un documento sulla meningite, l’infiammazione delle membrane di cervello e midollo spinale (le meningi) e sulle vaccinazioni disponibili per prevenirla. La forma più aggressiva e pericolosa, di natura batterica, può provocare la morte. Il più aggressivo è il meningococco di sierogruppo C, che insieme al B […]
Il Ministero della salute ha formulato un documento sulla meningite, l’infiammazione delle membrane di cervello e midollo spinale (le meningi) e sulle vaccinazioni disponibili per prevenirla. La forma più aggressiva e pericolosa, di natura batterica, può provocare la morte. Il più aggressivo è il meningococco di sierogruppo C, che insieme al B è il più frequente in Italia e in Europa.
La trasmissione avviene tra persone per via respiratoria attraverso tosse, starnuti o mentre si parla, con uno stretto e prolungato rapporto con la persona infetta o in ambienti molto affollati. La propagazione non può superare il raggio di due metri dalla fonte. Il periodo di incubazione è di 3-6 giorni; per la forma batterica può essere più lungo, dai 2 ai 10 giorni. La malattia è contagiosa soltanto durante la fase acuta e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio.
Si va dalla sonnolenza e cefalea all’inappetenza. Dopo alcuni giorni, spesso c’è nausea e vomito, febbre, pallore, fotosensibilità. I segni specifici sono rigidità della nuca e difficoltà dell’estensione della gamba.
I bambini al di sotto dei 5 anni di età e gli adolescenti, ma anche i giovani
adulti sono a rischio più elevato di contrarre infezione e malattia.
La meningite batterica va trattata immediatamente con antibiotici. Nella meningite virale, la terapia antibiotica non è necessaria e di solito la malattia si risolve da sé. Inoltre, bisogna identificare i conviventi e le persone che hanno avuto contatti stretti con l’ammalato nei dieci giorni precedenti la data della diagnosi che devono fare chemioprofilassi e sorveglianza sanitaria. Se al momento dell’identificazione sono già trascorsi dieci giorni dall’ultimo contatto, le persone esposte non sono più considerate a rischio.
Esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco: quello coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC) che è il più frequentemente utilizzato e protegge solo dal sierogruppo C; quello coniugato tetravalente che protegge dai sierogruppi A, C, W e Y e poi il vaccino contro il meningococco di sierogruppo B che protegge esclusivamente contro questo sierogruppo.
La vaccinazione anti meningococco C è gratuita per i bambini che hanno festeggiato un anno di età; l’anti-meningococco B (introdotto con il Piano vaccinale 2017-19) è offerto gratuitamente ai nuovi nati per cui è previsto anche al 3° e 5° mese di vita l’esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, Haemophilus influenzae di tipo B, epatite B) e l’anti-pneumococco coniugato; l’anti-meningococco quadrivalente (A, C, Y, W135) è offerto gratuitamente agli adolescenti (11-18 anni).
Inoltre, il vaccino è fortemente raccomandato per i pazienti con patologie (talassemia, diabete, malattie epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite o acquisite, asplenia, etc.) e se si frequentano asili nido, collegi, dormitori, caserme o per chi deve andare in regioni del mondo dove la malattia meningococcica è comune, come ad esempio alcune zone dell’Africa.
La vaccinazione anti meningococco C è gratuita per i bambini di più di un anno in una dose tra il 13° e il 15° mese; l’anti-meningococco B (introdotto con il Piano vaccinale 2017-19) è offerto gratuitamente ai nuovi nati. Tre dosi tra il 3° e il 6° mese e va somministrato separatamente rispetto agli altri vaccini per evitare il rischio di febbre; i nuovi nati ricevono al 3° e 5° mese di vita anche l’esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, Haemophilus influenzae di tipo B, epatite B) e l‘anti-pneumococco coniugato; l’anti-meningococco quadrivalente (A, C, Y, W135) è offerto gratuitamente agli adolescenti (11-18 anni).
La vaccinazione negli adulti non è raccomandata a meno che non siano presenti malattie croniche e immunodeficienza o debbano effettuare viaggi in zone a rischio.
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