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L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da alterazioni qualitative della micro e macroarchitettura dell’osso. «L’importanza dell’osteoporosi – spiega Paola Villa, responsabile dell’Ambulatorio per i disturbi della menopausa e osteoporosi alla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – risiede nel fatto che conduce ad una elevata probabilità di […]
L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da alterazioni qualitative della micro e macroarchitettura dell’osso.
«L’importanza dell’osteoporosi – spiega Paola Villa, responsabile dell’Ambulatorio per i disturbi della menopausa e osteoporosi alla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – risiede nel fatto che conduce ad una elevata probabilità di sviluppare fratture dovute alla fragilità dell’osso che saranno accompagnate da un elevato tasso di mortalità e morbilità che colpirà le donne soprattutto, nella terza fase della loro vita. Questa patologia è largamente diagnosticabile, può e deve essere evitata con adeguate misure di prevenzione».
In che modo? «Le donne, che ne sono maggiormente soggette, devono effettuare periodici controlli soprattutto in menopausa. Infatti, mentre gli estrogeni sono un fattore determinante per avere una buona salute ossea che permette di raggiungere un buon picco di massa ossea durante la vita fertile, dopo la menopausa, con il venir meno del controllo estrogenico si registra una progressiva perdita di massa ossea. Ciò è evidente già dalla fase di transizione menopausale, circa 1-2 anni prima della menopausa – prosegue la dottoressa Villa – poi nei primi anni postmenopausali si verifica una perdita di massa ossea annuale che va dal 2 al 5% della densità minerale ossea (BMD) misurata».
L’osteoporosi in postmenopausa si può manifestare con dolori ossei, mal di schiena, cifosi diminuzione dell’altezza e diventare causa di fratture. «Le sedi di frattura più frequenti in menopausa , sono l’avambraccio distale (frattura di Colles, 15%), i corpi vertebrali (32%) e il collo del femore (16-20%). La MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) con tecnica DXA rappresenta la metodica non invasiva di scelta per la diagnosi di osteoporosi» specifica l’esperta.
In Italia, attualmente, l’osteoporosi interessa circa 5 milioni di persone, di queste circa l’ 80% è costituito da donne in postmenopausa. Tale numero di pazienti interessate dalla osteoporosi aumenterà del 14 % già dal prossimo anno e le fratture da fragilità che attualmente sono 285.000 all’anno arriveranno a 335.000 nel prossimo 2020 (+17%).
«È opportuno effettuare una prima MOC nel periodo menopausale e anche premenopausale qualora si riconoscano importanti fattori di rischio: familiarità, basso peso, fumo, alcool, alimentazione e apporto di calcio, farmaci e malattie che sono spesso accompagnate da aumentato riassorbimento osseo (malattie reumatiche, lunghe fasi di assenza del ciclo, disturbi dell’alimentazione o da malassorbimento) o osteoporosi secondarie» conclude la dottoressa.