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Probabilmente la malattia più diffusa e conosciuta al mondo, il raffreddore è solitamente più leggero rispetto alle precedenti sindromi, con sintomi che durano una o due settimane. Sono più di duecento i ceppi virali che causano il raffreddore. Alcuni, come i rhinovirus raramente causano malattie più serie. Altri come il virus SRV e il PIV, […]
Probabilmente la malattia più diffusa e conosciuta al mondo, il raffreddore è solitamente più leggero rispetto alle precedenti sindromi, con sintomi che durano una o due settimane. Sono più di duecento i ceppi virali che causano il raffreddore. Alcuni, come i rhinovirus raramente causano malattie più serie. Altri come il virus SRV e il PIV, possono invece dare sindromi più serie, soprattutto nei bambini.
In generale, i sintomi del raffreddore iniziano due o tre giorni dopo l’infezione, e comportano l’ostruzione delle vie respiratorie, la produzione abbondante di muco (‘naso che cola’), l’infiammazione delle membrane sinudali, starnuti, mal di gola, tosse e mal di testa. La febbre di solito è assente o molto bassa. I tempi medi di recupero sono di una settimana anche se può durare anche due settimane. Se i sintomi permangono più a lungo potrebbero derivare da altra causa, come ad esempio un’allergia, piuttosto che da un raffreddore comune.
I rhinovirus sono la causa del 30-35 per cento dei raffreddori degli adulti e sono più attivi in autunno, primavera e estate. Sono stati identificati più di 110 rhinovirus, per i quali la temperatura ottimale è di 33°C, quella delle mucose nasali.
Un’altra percentuale di raffreddori viene causata dai coronavirus, che agiscono soprattutto in inverno e inizio primavera. Solo tre o quattro degli oltre trenta ceppi conosciuti infettano gli esseri umani. Un altro 10-15 per cento dei raffreddori è dovuto ad altri virus che sono responsabili anche di altre malattie più severe: adenovirus, coxsackievirus, echovirus, orthomyxovirus (inclusi i virus A e B dell’influenza normale, paramyxovirus (vedi punto successivo – sindromi parainfluenzali propriamente dette), virus respiratorio sinciziale e enterovirus. Recentemente, è stato isolato sui bambini un nuovo tipo di virus chiamato pneumovirus, il cui impatto relativo non è ancora ben caratterizzato, anche se una serie di studi indicano che ha una diffusione mondiale e che è presente come patogeno umano da almeno cinquant’anni.
Nel 30 per cento dei casi l’agente che causa il raffreddore rimane non identificato, anche se si presume che sia di origine virale.
A volte, il raffreddore si combina con altre infezioni secondarie di origine batterica. In questo caso la febbre può salire, le ghiandole si infiammano significativamente, si hanno attacchi di sinusite e una tosse con produzione di muco, sintomi che indicano una condizione più seria e l’opportunità di rivolgersi a un medico per un trattamento eventuale con antibiotici.
Sindromi parainfluenzali da Paramyxovirus – Nella maggior parte dei casi, le sindromi parainfluenzali sono determinata dalla presenza di virus che appartengono alla famiglia dei Paramixovirus.
I paramixovirus più comuni sono: