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Ansia, insonnia, cefalea e tensioni muscolari. I consigli del professor Piero Barbanti (neurologo) per contrastare i disturbi provocati dallo stress durante la pandemia di Covid-19
Cresce il numero di italiani stressati. Otto cittadini su dieci dichiarano di aver sofferto di almeno un disturbo riconducibile allo stress nell’ultimo anno. È quanto emerge da una ricerca condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione.
Tra i disturbi più comuni e in aumento c’è sicuramente il mal di testa (48,0%), l’ansia, il nervosismo e l’irritabilità (42,8%). Moltissime persone lamentano tensioni muscolari (39,6%) e disturbi del sonno (32,2%). Sono le donne a soffrire maggiormente di quest’ultimi.
Per sette italiani su dieci, inoltre, anche i bambini più piccoli, seppur con livelli minori, hanno vissuto momenti di stress e ansia durante la pandemia. Le motivazioni sono da ricercare nella confusione generata dal continuo cambio di regole e abitudini, dalla DAD e dalla riduzione delle attività e occasioni di gioco extra-scolastiche.
«Lo stress – spiega il Professor Barbanti, docente di Neurologia presso l’Università IRCCS San Raffaele di Roma – è una reazione fisiologica che l’organismo attiva a propria difesa. A fronte di ostacoli, pericoli o situazioni che ne modificano l’assetto. Se avviene in maniera legittima e controllata, consente di affrontare e superare i problemi creando una nuova situazione di equilibrio. Nella vita quotidiana, però – precisa il professore – il termine stress ha una connotazione diversa e si riferisce a una condizione psicofisica sgradevole e logorante per la quale l’organismo è sempre in condizioni di allerta e fatica a staccare l’interruttore».
All’inizio della pandemia, nel primo lockdown, lo stress che abbiamo vissuto era positivo. Poi, nelle successive fasi lo spavento è diminuito ed «è venuto alla luce, invece, uno stress negativo da Covid-19. Il possibile protrarsi a lungo termine delle limitazioni e i numerosi rischi hanno fatto emergere una ruminazione psicologica. Un sentimento di sfiducia e allarme cronico» continua Barbanti.
«Durante il lockdown – prosegue – è aumentato il burnout, l’esaurimento psicofisico del soggetto legato al lavoro. Alle normali situazioni che lo determinano, si sono aggiunte modalità lavorative stressanti come il lavoro agile, il telelavoro e la mancanza delle relazioni umane tangibili. Compresi quei momenti di pausa che accompagnano la normalità di una giornata di lavoro, come il caffè al bar con i colleghi. Questo ha provocato – aggiunge Barbanti – l’aumento di sintomi come insonnia, ansia, depressione negli adulti che, in alcuni casi, per contrastare tali disturbi, si sono rifugiati nell’abuso di alcol e caffè».
Anche bambini e adolescenti hanno vissuto momenti di forte stress causati dalla pandemia. «Seppur manifestino lo stress in modi differenti rispetto agli adulti, le loro reazioni includono irritabilità, impulsività, irrequietezza, nervosismo, disturbi del sonno e dell’alimentazione – sottolinea -. La mancanza di socialità durante la pandemia – DAD e sport – ha influito profondamente sullo sviluppo della personalità dei più piccoli e sull’incidenza di disturbi legati allo stress».
Anche l’indagine di Human Highway evidenzia come la fonte di stress più rilevante sia la mancanza di socialità. «L’elemento drammatico per i ragazzi – sostiene Barbanti – è stato rinunciare alla scuola e alla vita comunitaria. La scuola è, infatti, sorgente di emozionalità condivisa e rappresenta un luogo dove imparare a sviluppare i propri sentimenti, a conoscere gli altri e ad affrontare il mondo esterno, condividendo la conoscenza e le emozioni con gli altri».
Lo stress può essere curato – raccomanda il professore – conoscendolo, e poi facendo un atto di buona volontà, modificando, di conseguenza, lo stile di vita e approcciando l’automedicazione». Tra i farmaci di automedicazione, riconoscibili dal bollino rosso che sorride sulla confezione, Barbanti consiglia la melatonina e la valeriana per i sintomi neuropsichici dello stress e i disturbi del sonno. E gli analgesici di automedicazione contro la cefalea di tipo tensivo.
Inoltre «i farmaci da banco ad azione antiacida possono servire per contrastare i sintomi legati ai disturbi gastrointestinali di tipo funzionale – spiega -. Quelli ad azione antidiarroica o i probiotici possono rivelarsi preziosi alleati per combattere la diarrea su base emotiva. Gli antinfiammatori possono essere utili anche a contrastare la sensazione di tensione muscolare, uno dei disturbi prevalenti per chi soffre di stress. Da non dimenticare l’utilità di polivitaminici e poli minerali per l’apporto, ad esempio, del complesso vitaminico B, della vitamina D e del magnesio, essenziali per lo svolgimento fisiologico dell’attività nervosa».
Per contrastare lo stress bisogna saperlo riconoscere e modificare di conseguenza lo stile di vita. Ecco i consigli del professor Barbanti per adottare uno stile di vita sano e a prova di stress:
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