Salute, benessere e prevenzione
i consigli quotidiani per vivere meglio.
L’asma colpisce circa 300 milioni di persone nel mondo e rappresenta la malattia respiratoria più frequente. In Europa sono circa 30 milioni i bambini e gli adulti di età inferiore ai 45 anni che ne sono affetti. In Italia la prevalenza di asma nella popolazione di età superiore ai 15 anni è pari al 6,1% […]
L’asma colpisce circa 300 milioni di persone nel mondo e rappresenta la malattia respiratoria più frequente. In Europa sono circa 30 milioni i bambini e gli adulti di età inferiore ai 45 anni che ne sono affetti. In Italia la prevalenza di asma nella popolazione di età superiore ai 15 anni è pari al 6,1% ma solo una minoranza dei pazienti asmatici si rivolge allo specialista di riferimento e spesso non consulta neanche il medico di base.
Per questo, FederASMAeALLERGIE Onlus ha deciso azzerare le preoccupazioni e soprattutto l’impatto che l’asma ha sulla qualità di vita dei pazienti diffondendo corrette informazioni sull’adozione di adeguate strategie di comportamento e trattamento della malattia.
L’asma è una malattia cronica dei bronchi caratterizzata da sintomi respiratori ricorrenti come la dispnea, il respiro sibilante, l’oppressione toracica e la tosse. Nel paziente con asma, se la respirazione non viene tenuta sotto controllo, le vie aeree si infiammano diventando eccessivamente sensibili a quei fattori che possono scatenare il cosiddetto “attacco d’asma”.
Durante l’attacco, la mucosa delle vie aeree si gonfia, i muscoli intorno alle vie aeree si contraggono e il muco blocca le vie aeree più piccole nei polmoni, rendendo difficoltosa la respirazione. I sintomi dell’asma possono manifestarsi in qualsiasi momento, ma con più probabilità insorgono di notte o nelle prime ore del mattino.
Il rischio di sviluppare l’asma è legato sia a fattori genetici sia a fattori ambientali. Al primo posto, ad esempio, c’è l’esposizione al fumo di tabacco, anche a quello passivo. Un ruolo molto importante però è giocato anche dall’inquinamento ambientale, sia in ambienti chiusi che all’aperto (dalla polvere agli acari, dal particolato ai pollini), da insetti e animali e domestici (cani e gatti), dalla presenza di muffa nell’ambiente in cui si vive, da un eccesso di umidità ambientale, da un basso peso alla nascita, dalla presenza di infezioni polmonari precoci.
Gli allergeni inalatori comprendono allergeni perenni (acari, epiteli di cane e gatto, muffe) e allergeni stagionali (pollini di graminacee, parietaria, ulivo, ecc), questi ultimi responsabili di sintomi clinici soprattutto nei mesi di aprile, maggio e giugno.
Ossido d’azoto, anidride solforosa, deodoranti, profumi, lacche, vernici, sono tutte sostanze in grado di irritare le vie aeree e stimolare un’iperattività bronchiale.
I virus sono i più comuni agenti infettivi in grado di indurre broncostruzione. I più frequenti sono i VRS (virus respiratorio sinciziale), i virus parainfluenzali, i rhinovirus e i virus influenzali.
Il fumo ha un ruolo molto importante sia nel facilitare la sensibilizzazione del soggetto atopico sia nel favorire l’insorgenza e il mantenimento della reattività bronchiale. I figli di genitori fumatori hanno un rischio maggiore di ammalarsi di asma, che aumenta ulteriormente se la fumatrice è la madre; inoltre il fumo è un responsabile importante delle riacutizzazioni di patologia asmatica.
L’asma da sforzo si manifesta con dispnea, respiro sibilante e tosse insorgenti 5-6 minuti dopo uno sforzo fisico intenso. Essa è causata da un’iperventilazione indotta dallo sforzo fisico, responsabile di un’attivazione aspecifica dei mastociti e di altri fenomeni che determinano un aumento dell’iperreattività bronchiale con conseguente broncostruzione.
Il RGE può causare asma bronchiale mediante un meccanismo di stimolazione riflessa vagale a partenza dall’esofago dovuta al materiale alimentare acido refluente oppure alla diretta aspirazione dello stesso materiale nei bronchi. Tale manifestazione asmatica si presenta con tosse ad insorgenza improvvisa, soprattutto notturna, poco o per nulla responsiva ai broncodilatatori.
L’asma è una patologia cronica e come tale va trattata: il paziente deve essere curato con l’obiettivo di tenerla sotto controllo. Se insorge l’attacco d’asma, significa che lo stimolo infiammatorio non è controllato per cui, oltre al broncodilatatore, è necessario somministrare l’antinfiammatorio. Questo perché ogni attacco non solo ha un impatto clinico per il paziente, ma anche un progressivo effetto sulla sua funzionalità respiratoria. Ne deriva che la prevenzione degli attacchi di asma deve necessariamente essere lo scopo primario della terapia che non va sospesa ma, al contrario, eventualmente potenziata nei periodi di maggior esposizione ai fattori di rischio. Il livello di trattamento dipende dalla risposta individuale di ogni paziente; di conseguenza, il dosaggio viene modificato a seconda dei sintomi individuali.
Per la gestione dell’asma è necessario: