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Le donne in gravidanza devono effettuare la vaccinazione anti Covid-19?
Secondo la Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia – che riunisce al suo interno Sigo Aogoi-Agui-Agite – la Sin (Società Italiana di Neonatologia) e la Simp (Società Italiana di Medicina Perinatale) le donne italiane che aspettano un bambino, vogliono programmare una gravidanza o stanno allattando, sono molto confuse sulla vaccinazione anti-Covid-19.
Questo è dovuto al fatto che non è stata ancora assunta, da parte delle Istituzioni e del Ministero della Salute, una posizione chiara e definitiva, volta a orientare la campagna vaccinale delle donne in gravidanza. La mancanza di una netta indicazione ha consolidato i dubbi, le incertezze e il disorientamento di mamme e future mamme sulle possibili conseguenze del vaccino sulla gestazione e non solo.
Nel position-paper della Federazione Sigo, si legge che «i dati epidemiologici e gli studi scientifici evidenziano chiaramente che l’infezione da Covid-19 in gravidanza influisce sia sull’andamento dell’infezione da Covid-19 sia sugli outcome materno-fetali della gravidanza stessa».
Sulla base dei dati e degli studi finora emersi, la Sigo ritiene che:
La Sigo, inoltre, chiede che:
«Noi di IVI – spiega la dottoressa Daniela Galliano, medico chirurgo, specializzata in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, Responsabile del Centro PMA di IVI Roma – raccomandiamo di seguire le indicazioni del Ministero della Salute. Le pazienti che desiderano iniziare un percorso di fecondazione assistita e stanno per ricevere la prima o la seconda dose di Pfizer o Moderna, non devono aspettare di completare il ciclo vaccinale per iniziare il trattamento. Possono poi ricevere la seconda dose secondo le prescrizioni mediche. Alcuni paesi dell’UE raccomandano l’uso di vaccini di tipo mRNA per la vaccinazione delle donne incinte, in allattamento o che desiderano una gravidanza».
«Gli studi effettuati – prosegue la dottoressa – dimostrano che le donne vaccinate nell’ultimo trimestre di gestazione hanno trasmesso gli anticorpi al feto; tanto che, alla nascita, sono stati rilevati nel neonato gli anticorpi al virus. La trasmissione degli anticorpi è stata riscontrata anche attraverso il latte materno».
«Uno studio condotto presso le cliniche IVI in Spagna da maggio a giugno 2020 su 46 pazienti che hanno avuto e superato il Coronavirus – conclude la dottoressa – ha dimostrato che la malattia non compromette la fertilità. In particolare, prendendo in considerazione i livelli dell’ormone antimulleriano (AMH) prima e dopo il Covid, lo studio ha dimostrato che la malattia non influisce sullo stato della riserva ovarica femminile. Quindi, si può concludere che le possibilità di successo di un trattamento di PMA rimangono intatte anche dopo aver contratto il Covid-19».
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