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Ovidio, nelle sue Metamorfosi, descrive Narciso come un giovane superbo e bellissimo, sprezzante nei confronti delle manifestazioni d’amore degli altri nei suoi confronti. In particolare, di quelle della ninfa Eco, che proprio a causa dell’indifferenza di Narciso si lascerà morire di fame. Per questo, gli dei condannarono il giovane a non poter amare altri che […]
Ovidio, nelle sue Metamorfosi, descrive Narciso come un giovane superbo e bellissimo, sprezzante nei confronti delle manifestazioni d’amore degli altri nei suoi confronti. In particolare, di quelle della ninfa Eco, che proprio a causa dell’indifferenza di Narciso si lascerà morire di fame. Per questo, gli dei condannarono il giovane a non poter amare altri che sé stesso; da quel momento in avanti, Narciso passerà la vita a contemplare la sua immagine riflessa in uno specchio d’acqua, consumandosi progressivamente, fino a morire struggendosi nell’impossibilità di possederla.
La ricca mitologia greca ha avuto il merito di introdurre il concetto di narcisismo patologico nella cultura occidentale. Un disturbo di personalità in aumento nelle nuove generazioni, che vivono in una società che incoraggia l’apparenza, l’immagine e la superficialità. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Francesca Andronico, Psicologa e Psicoterapeuta, Coordinatrice Network Territoriale dell’Ordine degli Psicologi nonché Direttore della Collana #Psychosmart (Alpes editore).
«È importante distinguere la dimensione narcisistica dal punto di vista clinico e da quello mediatico – spiega la dottoressa a Sanità Informazione – perché è un termine molto abusato anche nel linguaggio comune. Per narcisismo patologico – precisa l’esperta – intendiamo qualcuno che non è consapevole o non è in grado di riconoscere l’altro come soggetto, ha una serie di pretese da un punto di vista relazionale e questa difficoltà si esplica nei luoghi di lavoro, nei contesti amicali e anche nelle relazioni di coppia. Siamo di fronte a persone che hanno difficoltà ad accogliere e comprendere il punto di vista dell’altro, appaiono arroganti, presuntuosi, faticano a riconoscere i tempi dell’altro».
Di fatto, però, da un punto di vista clinico, esiste anche un’altra forma di narcisismo di cui soffrono persone molto sensibili, alla costante ricerca di approvazione «con una autostima molto bassa che si sentono inferiori agli altri e quindi hanno una serie di reazioni che assomigliano a quelle del narcisista patologico ma in realtà dietro c’è un’estrema fragilità».
«Questo è un tema molto frequente, emerge spesso nei colloqui – confessa la dottoressa Andronico – in una relazione affettiva e in presenza di un partner con tratti narcisistici o con un vero e proprio disturbo narcisistico l’altro non si sente riconosciuto, rispettato, amato per quello che è ma, in maniera condizionata, solo quando compiace o risponde in maniera assolutamente adeguata a quelle che sono le richieste del soggetto narcisista». Un rapporto di coppia si basa invece «sul compromesso: se è sempre solo uno dei due a compiacere l’altro siamo di fronte molto probabilmente a un narcisista patologico» precisa la psicoterapeuta.
«Le problematiche narcisistiche sono varie – aggiunge – noi viviamo in una società che esalta il narcisismo inteso come autoaffermazione, bisogno di apparire». Per questo, la valutazione corretta del soggetto è fondamentale: un bravo clinico deve sapere distinguere dei «tratti narcisistici che possono essere funzionali al mantenimento di una solida autostima da un disturbo narcisistico importante» sottolinea la dottoressa Andronico. In questo caso, è consigliato «un percorso psicoterapeutico, ci sono vari orientamenti e varie tecniche. Ma aldilà del narcisistico patologico – conclude la psicoterapeuta – chiunque soffra di problematiche legate alla sfera dell’autostima può sicuramente avvalersi di una consulenza psicologica per comprendere effettivamente se queste difficoltà inficiano la propria vita di coppia, professionale e sociale oppure possono essere risolte semplicemente con un percorso di counseling o di sostegno psicologico».
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