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Procrastinare sempre: un’abitudine poco salutare. Ecco come contrastarla

Quali sono le cause che inducono molte persone a procrastinare e rimandare ogni cosa all’ultimo minuto? E cos’è il Cyberloafting? Ce lo spiega la psicologa

di Stefania Tempesta, psicologa Odp Lazio
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Un saggio proverbio dice che è bene “non rimandare a domani ciò che è possibile fare oggi”. Nella realtà le cose vanno un po’ diversamente: è certo che un impegno ritenuto divertente ci trovi particolarmente stimolati e desiderosi di darci da fare. Diversamente, se un compito o un progetto appaiono gravosi si sfodera spesso l’arma della procrastinazione, che consente di posticipare un impegno ritenuto stressante, opprimente o noioso.

L’arte del procrastinare: le cause

Apparentemente la tendenza a procrastinare può sembrare un banale problema di gestione del tempo, in parte riconducibile alla pigrizia e alla superficialità. Occorre invece dedicare maggiore attenzione alle cause che inducono molte persone ad adottare la procrastinazione come pratica di vita, finendo così per rimandare qualsiasi cosa all’ultimo minuto, soccombendo poi allo stress e all’ansia e ottenendo risultati inferiori alle aspettative.

Perché talvolta l’abitudine di rinviare i compiti si cronicizza divenendo un ostacolo alla facoltà di scegliere e decidere il da farsi? Può accadere che alcune persone siano convinte di poter lavorare meglio sotto pressione e scivolino nella pratica quotidiana di svolgere qualsiasi attività in fretta e furia a ridosso di una scadenza. Altri vengono sopraffatti dalla preoccupazione di non riuscire a fare qualcosa in modo perfetto e adottano una strategia di evitamento, ritardando la realizzazione di qualsiasi obiettivo per paura di essere giudicati. Infine, ci sono persone che indugiano su scelte diverse, pensando e ripensando a quale sia la migliore e incontrano grande difficoltà nel prendere una decisione.

Procrastinare le cose è un fattore di rischio per la salute mentale e fisica

In ognuno di questi casi il posticipare la realizzazione di un compito è non solo un atto volontario, ma anche non necessario. Diversi studi hanno evidenziato che rimandare le cose più e più volte diventi nel tempo un fattore di rischio per la salute mentale e fisica. Non può che accentuarsi il disagio psicologico e colare a picco il senso di autoefficacia, che porta con sé sintomi di depressione e ansia nonché senso di inutilità e scarsa soddisfazione, legata in particolare al lavoro e al reddito.

Cos’è il Cyberloafting?

Il Cyberloafting (bighellonare in rete) è appunto quell’intensa attività online che esula dall’attività lavorativa, sebbene venga svolta proprio durante l’orario di lavoro. Ovviamente i dispositivi e gli strumenti online incoraggiano la tendenza a rimanere sempre connessi alla rete e favoriscono la pratica della procrastinazione dei compiti richiesti. Si tratta quindi di una serie di comportamenti compulsivi che introducono continue “pause” volte a leggere informazioni, rispondere a notifiche e a messaggi, immergersi nei forum. Si tratta di un modo semplice e a portata di mano per lenire l’ansia generata dalla richiesta lavorativa, che si tratti di inviare un’e-mail o scrivere una relazione dettagliata. Il cyberloafting procura un rilassamento che però è soltanto illusorio, poiché la molteplicità di informazioni che si acquisiscono provocano distrazione e deviano continuamente l’attenzione da ciò che si sta facendo, rendendo più difficile e frustrante tornare poi ad occuparsi delle proprie mansioni.

Cosa può fare il procrastinatore? Le regole da seguire

Ecco alcune indicazioni:

  • Suggerisco innanzitutto di non essere troppo duri con sé stessi: chi ha acquisito l’abitudine di rinviare sempre può avvertire profondi sensi di colpa, nonché sentirsi incapace di interrompere un comportamento rituale e pianificare liberamente i propri obiettivi quotidiani. Non essere perfetti è un bene, abbiamo ampio spazio per progredire, cambiare e migliorare i nostri atteggiamenti, partendo dal riconoscimento consapevole di ciò che per noi è sbagliato. Possiamo riconoscere di essere dei procrastinatori senza punirci o disprezzarci, possiamo anzi riformulare impegni e scadenze con gentilezza e comprensione verso noi stessi.
  • È utile poi riflettere e stabilire quali sono le cose per noi importanti ed attribuire loro un significato, mettendo nero su bianco il motivo per cui alcuni compiti sono utili per la nostra felicità o per la nostra crescita personale, evidenziando d’altra parte quale costo comporta fare le cose in ritardo.
  • Occorre soprattutto portare l’attenzione ad un compito alla volta: se si pensa di dover potare cento alberi probabilmente l’ansia prenderà il sopravvento e ci sono buone possibilità che faremo del nostro meglio per procrastinare. Il trucco è iniziare a potare con cura il primo albero senza pensare alle dimensioni della foresta, in questo modo non rischieremo di rimanere paralizzati nell’inattività. Qualsiasi progetto, se molto grande, può apparire scoraggiante. Si può imparare a dividerlo in piccole parti, godendo di ogni piccolo progresso fatto evitando di subire una pressione eccessiva.
  • Può essere inoltre d’aiuto scegliere con cura quale attività svolgere per prima: alcuni hanno piacere di togliere di mezzo i compiti più sgradevoli, altri si sentono più a loro agio iniziando a sbrigare faccende più piccole poiché man mano che ottengono soddisfazione si sentono motivati ad affrontare compiti più complessi. Ognuno ha le proprie preferenze, che vanno riconosciute e rispettate.
  • Scegliere di lavorare in un luogo tranquillo e senza distrazioni è importante soprattutto quando si affrontano compiti impegnativi. Si può soprattutto scegliere di mettere in pausa i telefoni e tutti gli altri dispositivi elettronici, cogliendo l’occasione di sperimentare un’immagine di noi diversa, che ci vede protagonisti attenti nel raggiungimento di un obiettivo, liberi da interferenze esterne.
  • Acquisiamo consapevolezza di alcuni rituali a cui siamo assoggettati: molte persone affermano di non poter iniziare un compito se la scrivania non è perfettamente in ordine, o se gli scaffali non sono tirati a lucido, o se non ci sono le penne dei colori favoriti a disposizione sul tavolo. Riordinare e pulire ispirandosi al perfezionismo può comportare un dispendio di tempo elevato e farci sentire in ritardo. Si può sistemare brevemente prima di iniziare il compito, che una volta terminato ci renderà motivati a riorganizzare gli spazi a nostro piacimento.
  • Si può imparare a concedersi una gratificazione dopo aver lavorato sodo. Alcune mansioni quotidiane hanno il carattere della ripetitività e facilmente inducono stanchezza e senso di irritazione. Non possiamo per esempio esimerci dal lavare i piatti dopo cena o occuparci di riporre i panni stirati nell’armadio. Inserire un “premio” nella nostra routine può aiutarci a svolgere un compito noioso con maggiore leggerezza, dal momento che sapremo ricompensarci pianificando un momento di svago, conformemente ai nostri gusti o preferenze.

L’importanza delle pause

Concediamoci, infine, la possibilità di fare pause regolari di cui tutti abbiamo bisogno per sostenere più a lungo il nostro impegno, in qualsiasi attività siamo impegnati. Spesso si tende a lavorare per molte ore consecutive con l’obiettivo di produrre di più, ma un lungo periodo di lavoro senza interruzioni rende il nostro cervello incapace di processare il flusso costante di informazioni che riceviamo. Ad esempio, può capitare di leggere più volte la stessa frase senza comprenderla, o di avvertire un senso di impotenza dopo aver risposto a cento mail mentre sono in arrivo altrettanti messaggi di posta elettronica. Se capita qualcosa del genere siamo in burn out, ossia il nostro cervello è un terreno bruciato e arido in cui nessuna nuova informazione può essere seminata! Imparare a gestire piccoli spazi dedicati a noi stessi, anche per pochi minuti alla volta, è un importante passo verso la consapevolezza dei nostri bisogni, e di grande aiuto per sostenere il lavoro più a lungo, ottimizzandone i risultati.

 

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