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Ricerca 6 Giugno 2019

Glaucoma, cambia l’approccio. L’oculista: «Intervento chirurgico con laser al posto dei farmaci»

Il glaucoma è una malattia oculare degenerativa caratterizzata da un danno progressivo del nervo ottico che nel tempo può portare a ipovisione e cecità. La pressione interna oculare elevata è il fattore di rischio più importante per l’insorgenza del glaucoma. È definito “il killer silenzioso della vista” perché spesso le persone non si accorgono di […]

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Il glaucoma è una malattia oculare degenerativa caratterizzata da un danno progressivo del nervo ottico che nel tempo può portare a ipovisione e cecità. La pressione interna oculare elevata è il fattore di rischio più importante per l’insorgenza del glaucoma. È definito “il killer silenzioso della vista” perché spesso le persone non si accorgono di esserne affette e arrivano dall’oculista quando la situazione è oramai compromessa.

Solitamente, per ridurre la pressione oculare si utilizzano medicinali specifici (colliri) ma oggi esistono interventi laser innovativi come la Trabeculopastica Laser Selettiva. Nota come SLT, è una tecnica chirurgica semplice, mininvasiva ed efficace, che riduce la pressione intraoculare associata al glaucoma. Capiamo meglio di cosa si tratta con l’aiuto dell’esperto, il dottor Stefano Baiocchi dell’Università degli Studi di Siena e consigliere AIMO (Associazione italiana Medici Oculisti).

Dottore, lei ha focalizzato l’attenzione su un nuovo approccio al glaucoma. Di cosa si tratta?

«Quello a cui ho accennato non è un approccio mio ma un approccio che è della scuola anglosassone e nordamericana e che io condivido in pieno. Questo nuovo approccio sposta molto di più il nostro modo di considerare il paziente glaucomatoso come un paziente affetto da una malattia neurologica che non da una malattia puramente oftalmologica. Sappiamo da anni che il glaucoma è una patologia di degenerazione del nervo ottico, in cui il fattore di rischio su cui possiamo agire è solamente quello della pressione intraoculare. Possiamo modificare gli stili di vita ma non possiamo certamente interferire sulla progressione del danno neurologico. Possiamo contrastare colui che la favorisce, cioè la pressione intraoculare ed è proprio in questi termini che io abbraccio l’approccio dell’ospedale di Londra, il Moorfields Eye Hospital che mi fornisce su un piatto d’argento proprio adesso, una review di un’attività svolta per dieci anni. Nel corso di questo studio è stato dimostrato che, come è logico, per abbassare la pressione intraoculare noi dobbiamo fare qualcosa che sia stabile e sia indipendente dall’azione del paziente, non richieda la sua collaborazione. Tradotto in parole povere, usare come primo approccio nel glaucoma cronico ad angolo aperto non i farmaci ma i laser non distruttivi quale appunto l’SLT».

Quali sono le nuove frontiere nel trattamento del glaucoma?

«Cambiare il nostro approccio nella sequenza e non ricorrere a quella che attualmente viene chiamata terapia massima tollerabile: tre gocce al giorno di collirio con massimo tre principi attivi all’interno. L’ultima frontiera è cercare di passare direttamente all’uso del laser e di una chirurgia mininvasiva che non sia gravata da complicanze significative e che abbia pure un’efficacia. È vero, è ancora tutta da dimostrare, ma gli ultimi device che abbiamo a disposizione si stanno dimostrando realmente molto efficaci a patto che li applichiamo in occhi che hanno un danno non particolarmente avanzato e una situazione congiuntivale che ci consenta di aver una buona filtrazione. L’SLT sostituisce le gocce. Le gocce devono essere usate in maniera ridotta perché sono dannose per la congiuntiva e ci potrebbero precludere una buona chirurgia. Abbiamo buoni device e ne arriveranno altri che ci possono aiutare; in questo modo noi possiamo approcciare questo paziente prima che il danno si instauri, prenda una china pericolosa e sia irreversibile, che una volta partito non ritorna più indietro».

 

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