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Il neurologo: «Si chiama tremore essenziale e può manifestarsi anche in soggetti giovani. Grazie agli ultrasuoni è possibile bloccare o curare il disturbo»
Tra gli over 40 colpisce una percentuale di popolazione variabile, tra lo 0,5 e il 6%, sopra i 65 anni ne soffrono 15 anziani su 100. Può manifestarsi, anche se più raramente, in età giovanile, nell’adolescenza e perfino durante l’infanzia. Sono questi dati a rendere il tremore essenziale uno dei più comuni disordini del movimento. In genere, coinvolge gli arti superiori, ma può interessare anche il capo, la voce e le gambe.
La causa? «Non è la malattia di Parkinson – spiega Alfredo Berardelli, Direttore del dipartimento di Neuroscienze Umane dell’università Sapienza di Roma – Il tremore può manifestarsi in persone che non hanno questa patologia, ma in presenza di una specifica condizione clinica chiamata “tremore essenziale”».
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I meccanismi che determinano il tremore sono al centro di recenti studi: «È ormai chiaro – aggiunge il neurologo – che nel nostro cervello esistono una serie di strutture che, oscillando, originano il tremore. Un fenomeno patologico che, invece, non dovrebbe essere presente».
Non siamo di fronte ad una malattia pericolosa per la vita, ma di sicuro è un disturbo che può condizionare o limitare anche le attività quotidiane più semplici, come guidare o andare al lavoro.
Questo tipo di tremore è ritmico e può verificarsi durante i movimenti volontari (tremore cinetico) o nel tentativo di mantenere una posizione (tremore posturale). Ma non c’è da preoccuparsi più del dovuto: il tremore essenziale può essere tenuto a bada. «Recentemente – dice Berardelli – si è dato grande spazio all’avvento di nuove terapie come, ad esempio, gli ultrasuoni, che sarebbero in grado di bloccare e curare il disturbo».
Il tremore essenziale non è causato dall’età che avanza: «A differenza di quello parkinsoniano, presente prevalentemente nei soggetti adulti o anziani, può insorgere anche in soggetti più giovani». E chi ha un parente a cui è stato già diagnosticato, faccia più attenzione degli altri: le cause genetiche non sono escluse. «Spesso – conclude Berardelli – può colpire più membri di una stessa famiglia».
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