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Tutti i vaccini anti Covid-19 attualmente in studio inducono una risposta immunitaria diretta contro la proteina S, quella che il SARS-CoV-2 utilizza per infettare le cellule. Ma a seconda del meccanismo d’azione cambia il modo in cui ogni vaccino induce la risposta contro questa proteina. Il sito anti fake news della Federazione degli Ordini dei […]
Tutti i vaccini anti Covid-19 attualmente in studio inducono una risposta immunitaria diretta contro la proteina S, quella che il SARS-CoV-2 utilizza per infettare le cellule. Ma a seconda del meccanismo d’azione cambia il modo in cui ogni vaccino induce la risposta contro questa proteina.
Il sito anti fake news della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo) Dottoremaeveroche ha indagato le differenze tra i vaccini anti Covid-19 con il dottor Simone Lanini, dirigente medico dell’Istituto Spallanzani e coordinatore del gruppo di ricerca sul vaccino ReiThera.
Il SARS-CoV-2 è costituito da un singolo filamento di acido ribonucleico (RNA), circondato da un involucro di proteine. Una di queste proteine (la proteina S, o “Spike”) viene usata dal virus per agganciarsi al recettore ACE2 sulla membrana cellulare e infettare la cellula. La proteina S gioca un ruolo cruciale non solo nel momento in cui SARS-CoV-2 fa il suo ingresso nella cellula, ma anche quando il sistema immunitario reagisce all’infezione. L’obiettivo è, quindi, realizzare un vaccino che trasferisca nell’organismo umano almeno una subunità di questa proteina, in modo da addestrare il sistema immunitario di chi lo riceve a reagire in modo efficace in caso di contagio da SARS-CoV-2.
Le differenze tra i vaccini anti Covid-19 sono riconducibili ai diversi approcci tecnologici nello sviluppo del farmaco. Esistono quattro principali tipologie:
Anche se questi vaccini non introducono direttamente la proteina S nell’organismo, trasferiscono però una molecola che permette alla cellula di costruirla. Una volta prodotta la proteina S, si innescano meccanismi comuni anche agli altri tipi di vaccinazione: la proteina viene presentata alle cellule del sistema immunitario, che cominciano a produrre anticorpi specifici. In chi si è vaccinato e viene esposto al contagio in un secondo momento, gli anticorpi così prodotti intercettano la proteina S e impediscono al virus di entrare nelle cellule.
Una delle fake più diffusie sui vaccini a mRNA è che siano in grado di modificare il DNA della cellula, provocando alterazioni genetiche. In realtà, come spiegato dall’Istituto Superiore di Sanità, gli mRNA hanno il solo compito di trasferire informazioni da una parte (il nucleo) all’altra (il citoplasma) della cellula, compiendo un percorso a senso unico. Per questo si chiamano “messaggeri”. Gli mRNA, dunque, non hanno la possibilità di attraversare la membrana che separa il nucleo dal resto della cellula ed entrare in contatto con il DNA. Inoltre, l’mRNA del vaccino non rimane a lungo nell’organismo, ma si degrada poco dopo la vaccinazione.
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