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«Conoscere il proprio corpo, evitare le malattie sessualmente trasmesse e riuscire ad avere figli il prima possibile». Le regole di Marina Toschi, vicepresidente dell’Associazione Ginecologi Territoriali, per preservare la propria fertilità. Le italiane fanno i figli tardi, più tardi di quasi tutte le altre donne europee. Il primogenito arriva in media verso i trent’anni. Ma […]
«Conoscere il proprio corpo, evitare le malattie sessualmente trasmesse e riuscire ad avere figli il prima possibile». Le regole di Marina Toschi, vicepresidente dell’Associazione Ginecologi Territoriali, per preservare la propria fertilità.
Le italiane fanno i figli tardi, più tardi di quasi tutte le altre donne europee. Il primogenito arriva in media verso i trent’anni. Ma non per tutti questo processo è fisiologico e naturale: il 15% delle coppie deve fare i conti con problemi di infertilità.
«Problemi che – ha assicurato Marina Toschi, vicepresidente di Agite, l’ Associazione Ginecologi Territoriali – in alcuni casi specifici, possono essere evitati rispettano tre semplici regole». Ecco quali. «Il principio numero uno è: conoscere il proprio corpo – ha detto la dottoressa Toschi – che, per le donne, significa riconoscere le fasi del proprio ciclo mestruale, fin da giovanissime. Oggi, è ancora più semplice ricorrendo alle numerosi applicazioni disponibili su smartphone e pc. Secondo: evitare le malattie sessualmente trasmissibili, utilizzando i profilattici sia maschili che femminili. Anche se i preservativi per le donne sono meno conosciuti di quelli maschili rappresentato un ottimo modo per tutelare la propria salute. Regola numero tre: non andare avanti con l’età, riuscire ad avere figli il prima possibile. Dopo i trent’anni comincia a calare la curva della fertilità, dopo i 35 in maniera drastica».
Per le donne, tra le patologie sessualmente trasmissibili, il vero rivale della fertilità è la clamidia: «È una malattia difficile da diagnosticare, asintomatica: non dà prurito, né perdite, solo a volte è possibile percepire un po’ di dolore. Ma, se non curata, le conseguenze sono devastanti: causa la chiusura delle tube. È diagnosticabile con un tampone cervicale e, in caso di risultato positivo, è necessario intervenire subito con una terapia di coppia. Nelle malattie sessualmente trasmissibili – ha sottolineato Toschi – la terapia deve essere sempre e necessariamente di coppia per evitare il cosiddetto effetto “ping pong”, quel passaggio continuo, da un partner all’altro, della malattia».
Ma utilizzare le giuste precauzioni durante un rapporto sessuale è d’obbligo non solo per mettersi a riparo dalla clamidia, la patologia che più di tutte mette a rischio la fertilità femminile: «non dimentichiamo – ha detto la presidente di Agite – che l’Hiv ancora esiste. È vero che le terapie attuali ci permettono di vivere una vita intera con questa patologia, ma tutta la vita si resterà comunque malati. Anche in questo caso l’unica vera soluzione è la prevenzione».
Dai rischi delle malattie sessualmente trasmesse non si salva nessuno: «Bisogna stare attenti tutta la vita – ha specificato Marina Toschi – anche quando crediamo che non sia più necessario. Pensiamo ad esempio alla menopausa: le donne potrebbero essere meno inclini all’utilizzo del preservativo non potendo incorrere in una gravidanza indesiderata. Ma a queste donne ricordo che la loro possibilità di contrarre una qualsiasi delle malattie sessualmente trasmissibili è identico a quello di una ragazza in età fertile. Per questo, non si parla più di fasce di età a rischio, ma di comportamenti a rischio, comportamenti che riguardano qualunque persona, di qualsiasi sesso, genere o età».
Lo scopo non è di allarmare, piuttosto di informare e sensibilizzare. «Tutti possono avere un comportamento a rischio anche una sola volta nella vita – ha concluso la presidente di Agite – l’importante è rendersene conto e prendere dei provvedimenti immediati. Come? Sottoponendosi a controlli periodici per ottenere una diagnosi precoce ed eventualmente intervenire con la terapia adeguata».