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La sifilide è un’infezione batterica sessualmente trasmessa (Ist). Diffusa in tutto il mondo, si previene con il preservativo
La sifilide – detta anche Lue – è un’infezione sessualmente trasmessa (Ist) causata dal batterio treponema pallidum. Colpisce, di solito, gli organi genitali ma può causare disturbi generalizzati e provocare lesioni a carico degli organi interni. Dopo i condilomi, è la malattia a trasmissione sessuale maggiormente diagnosticata in Italia. È la terza Ist di tipo batterico più diffusa al mondo dopo la clamidia e la gonorrea.
La sifilide è molto diffusa in tutto il mondo, soprattutto nei paesi dell’Africa e dell’America Latina. Si trasmette attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale e orale) e con il sangue. Una madre infetta può trasmettere la sifilide al bambino durante la gravidanza (sifilide congenita) il parto e con l’allattamento. Nello specifico si parla di:
Il rischio di trasmissione dalla madre al neonato è basso prima del terzo mese e aumenta nel corso della gravidanza. La sifilide congenita del bambino può essere asintomatica o determinare la compromissione del sistema nervoso, del fegato e della milza.
La malattia si può sviluppare con nessun disturbo o lievi manifestazioni ed essere rilevata solo con gli esami di laboratorio (sifilide latente). Nella grande maggioranza dei casi, però, tra i 10 e i 90 giorni dal contagio, compare, un’ulcera, una papula rosacea indolore (sifiloma) sugli organi genitali, sull’ano, in bocca o in gola. È una lesione nodulare, rotondeggiante, dura al tatto e di colore rosso scuro. Spesso, l’ulcera guarisce spontaneamente nel giro di qualche settimana ma la malattia continua il suo corso.
Se non viene curata, l’infezione batterica passa dallo stadio a quello successivo secondario (sifilide secondaria) con queste manifestazioni:
Anche i segni e i sintomi della sifilide secondaria scompaiono senza cure, ma l’infezione progredirà verso lo stadio latente, una lunga fase in cui non provoca disturbi e nei due terzi dei casi, comporta una guarigione definitiva. La sifilide latente può durare fino a due anni. La persona non ha sintomi ma è ancora malata.
La sifilide tardiva, invece, può presentarsi molti anni dopo il contagio (10-30 anni), se la malattia non è stata trattata. In una bassa percentuale di casi può coinvolgere gli organi interni: cuore, polmoni, stomaco, fegato, cervello, fegato, milza, polmoni. I disturbi possono riguardare la pelle con lesioni “gommose” che non causano dolore; coinvolgere il sistema nervoso (irritabilità, convulsioni, delirio, demenza) quello cardiovascolare (debolezza, segni di insufficienza cardiaca), le ossa e le articolazioni. La compromissione del sistema nervoso centrale e di quello cardiocircolatorio può portare, nelle forme più serie, alla morte.
La sifilide nella fase primaria si cura con gli antibiotici (derivati della penicillina, tetracicline, cefalosporine, macrolidi). Il trattamento tempestivo permette la scomparsa in breve tempo delle lesioni e dei disturbi. La terapia va seguita in coppia. Dosaggio e durata del trattamento dipendono dallo stadio della malattia e dalle sue manifestazioni. Nelle donne in gravidanza la penicillina si è dimostrata altamente efficace nel prevenire la trasmissione dell’infezione al feto. Oltre agli antibiotici, la persona affetta da sifilide deve astenersi da qualunque attività sessuale fino alla completa guarigione delle lesioni. Si previene con l’utilizzo del preservativo nei rapporti sessuali occasionali, nuovi partner o persone di cui non si conosce lo stato di salute.
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