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Il presidente dell’associazione apnoici italiani Luca Roberti: «Disturbo frequente sin dall’infanzia, ma sottostimato. Solo il 10% dei soggetti in terapia»
Sono sei milioni gli italiani che soffrono di apnee ostruttive del sonno. Si tratta dunque di una patologia molto diffusa, ma sotto diagnosticata dal momento che solo 250 mila persone oggi sono in cura presso un centro del sonno. Tanti i campanelli di allarme che possono rivelare le apnee notturne, ancor più acutizzato nei pazienti Covid. Per riconoscere i sintomi e trovare le giuste terapie, l’associazione apnoici italiani, con il presidente Luca Roberti, sta facendo un’azione di sensibilizzazione per aiutare a comprendere e curare la patologia.
«E’ un disturbo frequente, oggi ancora sottostimato. Si verifica quando abbiamo una ripetuta diminuzione del flusso respiratorio almeno nel 50% del sonno, e per un periodo superiore a dieci secondi, fino ad un minuto. Possono essere anche centinaia gli episodi durante la notte».
«Nei soggetti predisposti, i tessuti molli della bocca tendono a rilassarsi e avviene una ostruzione. Questa si verifica per dismorfismo cranio facciale e può essere motivato da diversi fattori. Dei sei milioni di italiani soggetti ad apnee notturne, si stima che circa quattro milioni abbiano forme moderate e gravi, ma meno del dieci percento sono in terapia. Questo significa che è emersa solo la punta dell’iceberg del problema, mentre c’è tutta una zona sommersa da indagare. Una percentuale riguarda anche i bambini che sono circa 500 mila, ovvero un valore tra il 2 e il 5 percento. In età pediatrica, per altro, il disturbo può essere risolto».
«Grazie ad un apparecchio che si chiama monitoraggio cardio respiratorio che assomiglia ad un holter cardiaco o con la polisonnografia, un esame completo indolore, che si effettua durante la notte in un centro del sonno. Due fasce rilevano gli sforzi respiratori e la saturazione, mentre una cannula nasale registra le riduzioni di flusso. Ci sono poi apparecchi dotati di registratore per il russamento che è uno dei sintomi principali. L’apnea notturna è conosciuta anche come la malattia dei grandi russatori».
«In età pediatrica spesso è sufficiente l’asportazione delle adenoidi e delle tonsille, mentre nei bambini con sindrome di down, (circa l’80/90 percento ha apnee notturne), si può ottenere buoni risultati con l’ortodonzia. Più complessa la questione negli adulti, dove entrano in gioco diverse componenti. Se la patologia di per sé è facilmente diagnosticabile grazie ad alcuni esami, più difficile è gestirla».
«Un’apnea ostruttiva cronicizzata può far sviluppare una serie di conseguenze importanti: per esempio l’ipertensione farmaco resistente o il diabete di tipo due, si stima che il 70% di pazienti con diabete o ipertensione soffra di apnee notturne. Nei casi più gravi può portare ictus e fibrillazione atriale così come altre comorbidità importanti. Esiste anche una casistica importante di persone con disturbi lievi, che non devono essere trascurati». Ad esempio, un sonno non ristoratore causa un’eccessiva sonnolenza diurna e può avere conseguenze sul lavoro e in strada. Al riguardo è intervenuto anche il Ministero della salute nel 2016 che ha recepito una normativa europea. Oggi l’apnea notturna è considerata una patologia e come tale dà diritto a percorsi diagnostici terapeutici nelle varie regioni italiane».
«Nell’adulto esistono apparecchi che aiutano a convivere con il problema come: il Cpap, un piccolo ventilatore a pressione positiva o il protusore mandibolare che è un device ortodontico che avanza la mandibola. Queste sono le terapie conservative, poi esistono anche quelle chirurgiche altamente selezionate, che possono essere molto utili: per esempio la terapia chirurgica multilivello dell’otorino, la maxillo-mandibolare e, per i grandi obesi, quella chirurgica».
«L’apnea notturna è molto diffusa, ma se adeguatamente diagnosticata e trattata, può essere gestita. La nostra associazione, in tal senso, ha creato un’applicazione di screening dove è possibile sia per gli adulti che per i bambini fare dei test ed avere così una prima indicazione. Nel caso dei più piccoli è consigliato rivolgersi al pediatra di libera scelta, nel caso degli adulti al medico di medicina generale. Qualsiasi informazione si può trovare sul nostro sito o al numero verde 800141435».
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