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Visione annebbiata e offuscata. Sono i sintomi della cataratta: cos’è e come curarla
È molto comune perché fa parte del normale processo d’invecchiamento. Può colpire uno o entrambi gli occhi e compromettere la visione. Nella maggior parte dei casi interessa pazienti anziani ma esistono forme di cataratta giovanile congenite dovute a farmaci, traumi e patologie. Con il supporto del Responsabile UO Glaucoma IRCCS della Fondazione Bietti, il professor Francesco Oddone, vediamo come si cura la cataratta dai primi sintomi fino al trattamento chirurgico.
«La cataratta è un’opacizzazione del cristallino, la lente che si trova all’interno dell’occhio situata posteriormente all’iride che ha lo scopo di filtrare la luce e ci consente di mettere a fuoco le immagini. Nel corso della vita questa lente va incontro a una opacizzazione naturale; quando questo offuscamento raggiunge livelli più marcati chiaramente interferisce con la trasmissione della luce e delle immagini e la nostra vista comincia a calare. Non è una patologia dell’occhio, è un fenomeno fisiologico di invecchiamento del cristallino».
«I sintomi della cataratta, soprattutto nelle fasi precoci sono legati ad abbagliamento e disturbi visivi che si manifestano, inizialmente, magari solo nelle fasi serali della giornata quando la pupilla tende a dilatarsi e questi fenomeni interferiscono con la qualità visiva. Con il progredire della cataratta questi disturbi visivi compaiono anche di giorno con una capacità visiva che scende fino a diventare sintomatica. La manifestazione principale è il calo della vista: immagini sfocate e annebbiate anche con gli occhiali».
La procedura chirurgica per il trattamento della cataratta prevede la rimozione del cristallino opacizzato e l’inserimento di una nuova lente intraoculare. «Dovrebbe essere operata quando la persona che ne è affetta si accorge del calo visivo. Non è mai un intervento che richiede un’urgenza: è operabile dal momento in cui peggiorano i sintomi. L’intervento è ben programmabile – specifica il professore – è chiaro che bisogna evitare che la cataratta raggiunga degli stadi molto avanzati perché oltre a perdere trasparenza questa lente, nel tempo, assume una consistenza più dura e questo rende più lungo complicato e laborioso il lavoro del chirurgo che la deve estrarre dall’occhio frammentandola. Anche i tempi di recupero, in questo caso, saranno più lenti. Si consiglia l’operazione al momento gusto, senza attendere troppo».
«Sicuramente come ogni intervento è gravato da una serie di complicanze. È assolutamente standardizzato ma non per questo va banalizzato – prosegue lo specialista della Fondazione Bietti, IRCCS sostenuta dalla Fondazione Roma -. Il chirurgo deve avvertire sempre il paziente dei benefici e delle possibili complicanze. Oggi utilizziamo tecniche avanzate per la profilazione del rischio e siamo sempre molto aggiornati dal punto di vista tecnologico. Per questo, riusciamo a ridurre moltissimo il margine di rischio che è oggi estremante ridotto» conclude.
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