Uno studio internazionale mostra come le caratteristiche socioeconomiche delle persone possono influenzare le previsioni sui contagi. Il lavoro, pubblicato su Science Advances, ha portato alla creazione di nuovi modelli epidemiologici
Il discorso del direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, all’apertura al World Health Summit 2024, in corso a Berlino
Gli esperti: “Solo nel 2024 si sono già verificate 17 epidemie di malattie pericolose, dall’ex vaiolo delle scimmie Mpox all’influenza aviaria H5N1 o al virus Marburg. Tutte sono un duro promemoria della vulnerabilità del mondo alle pandemie”
Gli studiosi hanno dimostrato che il rischio di infarto, ictus e morte (per tutte le cause) era più di due volte superiore tra gli adulti che hanno avuto il Covid, e quasi quattro volte superiore tra quelli ricoverati per Covid
Studiati 351 pazienti ricoverati un anno prima per Covid. I ricercatori: “Abbiamo scoperto che sia quelli con complicanze neurologiche acute, che quelli senza, avevano una cognizione peggiore di quanto ci si aspetterebbe per la loro età, sesso e livello di istruzione”
Uno studio condotto dai ricercatori del Centro Diagnostico Italiano e dell’Ospedale Fatebenefratelli – ASST Sacco di Milano suggerisce che il timo, ghiandola del sistema immunitario, eserciti una funzione protettiva contro gli effetti polmonari a lungo termine del Covid-19
Da uno studio internazionale su 1.300 pazienti in età pediatrica, pubblicato su eClinical Medicine (gruppo The Lancet) e coordinato dai pediatri di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS-Università Cattolica del Sacro Cuore, emergono nuove evidenze sulle conseguenze dell’infezione da SARS CoV-2 nei bambini e nei ragazzi
Un’analisi dei campioni genetici prelevati dal mercato di Huanan a Wuhan, in Cina, ha individuato una rosa di animali selvatici venduti che con maggiore probabilità sono stati la fonte del virus che ha scatenato la pandemia Covid-19
La scoperta di un team americano: “Il periodo di isolamento ha assottigliato la corteccia cerebrale soprattutto nelle ragazze”
L’Fda americana ha già approvato tre vaccini contro H5N1, realizzati con un ceppo di virus dei primi anni 2000. Inoltre, esiste un vaccino contro il virus H5N8: sembra essere efficace contro il virus H5N1 attualmente in circolazione
La Direttrice Rendi-Wagner: “Non è nuovo Covid, ma serve essere preparati a rilevare rapidamente infezioni prevenendo ulteriore diffusione”
Stando ai dati Oms, dal 2003 nel mondo sono stati registrati 903 casi di influenza aviaria A/H5N1, tra cui 464 morti
Le settimane critiche sono le prime del mese: le piogge dopo i grandi caldi formano pozzanghere e ristagno d’acqua in cui le zanzare infette si moltiplicano
L’elenco di virus e batteri passa da nove a 32: compaiono patogeni come il vibrione del colera o la salmonella, batteri con alte percentuali di resistenza agli antibiotici come la Klebsiella pneumoniae, ma anche malattie trasmesse da vettori come dengue, chikunguny e mpox
Lo rivela uno studio svolto dell’Università di Amsterdam pubblicato sulla rivista Nature Communications: osservati cambiamenti nei muscoli nei pazienti affetti da long Covid
Gli studiosi della Cardiff University School of Medicine di Cardiff nel Galles hanno identificato quattro biomarkers in comune nel plasma nei pazienti colpiti da long Covid, tutti elevati e indicativi di un livello di infiammazione nell’ organismo eccessivo e continuato
I ricercatori dell’Università di Goteborg in Svezia hanno esaminato dati relativi a 589.722 adulti con una prima infezione registrata tra il 27 dicembre 2020 e il 9 febbraio 2022. Gli individui sono stati seguiti dalla prima infezione fino a una diagnosi di condizione post-Covid, vaccinazione e reinfezione
I ricercatori svedesi del Karolinska Institut hanno esaminato la prevalenza di sintomi fisici persistenti in persone con diversi gradi di gravità di Covid e li hanno confrontati con persone che non avevano ricevuto alcuna diagnosi della patologia
Il dato arriva da uno studio dell’università di Padova, pubblicato sull’”American Journal of Hematology”. Presi in esame i casi di 1.500 pazienti di 80 Paesi del mondo
Tracy Beth Høeg dell’Università della California, San Francisco, e il suo team di ricerca hanno affermato che c’è una buona probabilità che il Long Covid sia stato sovrastimato. Le conclusioni del loro lavoro hanno sollevato un polverone di polemiche all’interno della comunità scientifica
I pazienti con Long Covid presentano chiare differenze nella funzione immunitaria e ormonale rispetto alle persone senza sindrome post-infezione. Questo significa che nel plasma potrebbero esserci molecole specifiche in grado di aiutarci a identificare coloro che hanno il Long Covid da chi no
A dimostrare l’efficace della combinazione di due vecchi farmaci, un antistaminico e un antiulcera, per i pazienti con sindrome Long Covid è uno studio multicentrico italiano
Il Long Covid, con 65 milioni di persone colpite in tutto il mondo, resta una emergenza di salute pubblica globale. I ricercatori del National Institutes of Health degli Stati Uniti hanno avviato test clinici per verificare direttamente sui pazienti l’efficacia dei vari trattamenti utilizzati per i diversi sintomi
Il trattamento tempestivo e la vaccinazione riducono il rischio. I ricercatori: «Anche se la pandemia volge al termine, il numero di individui che negli anni a venire soffriranno della sindrome post-Covid, eticamente, non ci consente di limitare la ricerca di base e clinica in questo campo»
Disturbi progressivamente meno frequenti e nella maggioranza dei casi risolti nelle varie ondate pandemiche, anche se con diverse tempistiche. Questi in sintesi gli esiti del progetto di ricerca che ha coinvolto 160 neurologi, 2mila pazienti e 38 unità operative di Neurologia in Italia e nella Repubblica di San Marino, all’apice della pandemia
Notevoli le differenze tra i due sessi per classe di età: più sintomi a tre mesi dall’infezione da Covid-19 tra le donne, rispetto agli uomini, di età compresa tra 12 e 50 anni
I ricercatori, analizzando il Dna di migliaia di pazienti, hanno identificato un gene che potrebbe essere legato alla sindrome del Long Covid: «Identificare i fattori di rischio genetici potrebbe aprire la via a studi più ampi».
Si chiama Pascnet e ha l’obiettivo di migliorare la conoscenza delle sequele post-acute dell’infezione da Sars Cov 2 da una prospettiva epidemiologica, clinica e di salute pubblica. Capofila dell’iniziativa è l’Università Cattolica del Sacro Cuore
La ricerca effettuata dal gruppo del Gemelli ha dimostrato, per la prima volta al mondo, che nei bambini, il long Covid è indipendente dalla gravità iniziale del Covid-19. Il ricercatore: «Abbiamo condotto questa analisi perché ci sono crescenti evidenze che negli adulti la persistenza del virus in diversi organi possa essere la chiave per la comprensione e il trattamento del Long Covid»
La pandemia è stata ufficialmente dichiarata conclusa, ma ancora oggi ci sono ben mille morti a settimana in Europa. Nel frattempo, sale anche il conteggio delle vittime del Long Covid, la sindrome post-infezione, che in 3 anni è arrivata a colpire 36 milioni di persone, sempre in Europa, 1 persona su 30. Questi sono alcuni dei dati presentati questa mattina da Hans Kluge, direttore dell’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)